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Palatinus I processi sono sempre graduali mai totali ed istantanei. Si inizia con la rete Tim Fibercop Sparkle open fiber e poi lo stato valuterà quali altre reti sono di interesse nazionale per eventuale assorbimento.
Non e' mai chiaro cosa si voglia intendere ESATTAMENTE quando si parla di rete "unica": certi ragionamenti usano argomentazioni per cui sarebbe di interesse nazionale avere un'unica rete intesa come UNA sola infrastruttura di rete in quanto tutta sotto il controllo dello Stato, poi pero' all'atto pratico si propone che SOLO la rete di TIM diventi di proprieta' pubblica. Anche qui poi, quale rete di TIM, anche il rame o solo la fibra, quella che c'e' gia' o quella che verra' costruita con soldi pubblici da qui in avanti? La Core Network? La primaria? La secondaria? Cosa deve essere a proprieta' unica dello Stato e per quale ragione?
Io noto soltanto che certe argomentazioni reggono solo se ci si riferisce al tutto, non e' che la sicurezza nazionale puo' riguardare un pezzo (la rete TIM) e un altro no (tutte le altre reti, quella di Vodafone, di W3, di Fastweb, di Iliad ecc. ecc.): il che non significa che il tutto debba essere raggiunto istantanamente, ma che se l'argomentazione fosse corretta dovresti dire gia' quando inizi il discorso che prima si nazionalizza TIM, ma poi tutte le altre reti debbono passare a proprieta' pubblica, se per te la sicurezza nazionale passa dalla proprieta' dell'infrastruttura in mano al 100% dello Stato . Dopodiche' uno e' in grado di giudicare se il ragionamento e' giusto anche nel merito o no. Ma non puo' essere TIM = sicurezza nazionale e altre reti no. E' un problema di logica.
Quindi se per rete unica che deve essere dello Stato intendi tutta l'attuale rete TIM, questo significa che lo Stato deve ricomprarsi anche tutto il rame e quelle altre vecchie tecnologie che attualmente TIM ha in pancia e che gestisce con logiche ereditate dal passato che tutti qui sul forum conosciamo bene. Sul punto a me sembra veramente uno spreco di soldi pubblici: dobbiamo fare, come Stato, le nuove infrastrutture non andare a ricomprarci quelle vecchie e stra-ammortizzate con tutto il carrozzone che ancora si tirano dietro.
Quando e' nata questa discussione, per rete unica si intendeva la rete in fibra che si sarebbe dovuta costruire ex novo con soldi pubblici, non la rete di TIM esistente ma quella da fare nuova e cio' per evitare duplicazioni di investimento, cioe' per evitare che se ne facessero due negli stessi posti e nessuna in altri posti perche' sarebbe meglio, tutti concordano, un'unica rete ovunque che due ma a macchia di leopardo, il tutto non per una questione di sicurezza nazionale ma di conto economico e di efficienza perche' due reti dappertutto sarebbe meglio solo che costerebbe troppo. Anche qui, esiste la possibilita' di lasciare agli attori economici l'accordarsi tra loro, se la cosa e' conveniente per entrambi anche due privati ci arrivano a coordinarsi, ma se si dimostra che invece questi non si accordano e che quindi c'e' un fallimento di mercato allora OK dove il mercato fallisce puo entrare lo Stato con le sue logiche pubbliche (quelle che abbiamo visto nelle aree bianche). Bisogna stare attenti pero': se dici prima che poi paga lo Stato, e' ovvio che i privati non si accordano, cosi' come se paghi a pie' di lista, e' ovvio che i costi vanno a mille. Qui la mossa e' stata di creare Open Fiber perche' TIM non stava facendo nulla di nuovi investimenti in FTTH e per farli chiedeva uno sproposito: e adesso vediamo che se c'e' lo spauracchio del concorrente anche in TIM son capaci di darsi una mossa.
Iniziata la discussione della rete unica per ragioni economiche di risparmio ed efficienza dei nuovi investimenti in FTTH, si e' poi passati a discutere chi compra chi e a ragionare anche sul chi e' socio di chi. Ci si e' anche accorti che non e' che una nuova rete nasce autonoma ma va a innestarsi su quelle che esistono gia', che hanno dei soci. Lo stesso Butti, dopo aver spiegato che la ricetta e' di una TIM pubblica che vende tutto tranne la rete, poi dice che i fondi infrastrutturali vanno bene come soci di minoranza. Soci privati industriali no, fondi d'investimento si.
Ragione per la quale, in questo momento, non si ha piu' alcuna certezza di cosa significhi "rete unica", a seconda di chi parla, "rete unica" e' una cosa diversa.
Ciao
Claudio