Gandalf1964
Da quando la Telecom e' diventata privata, i suoi azionisti non hanno potuto che farle prendere decisioni economicamente sostenibili e la FTTH e' diventata sostenibile soltanto perche' lo Stato ha messo soldi a fondo perduto e ne ha promessi altri sempre a fondo perduto o comunque a condizioni vantaggiose (nel PNRR), quindi la FTTH e' sostenibile OGGI pur con i rischi del caso quando ci sono dimezzo finanziamenti pubblici e rete secondaria in rame da ricablare in toto o quasi, almeno come tendenza.
E' vero che sulla questione "sostenibilita' economica" ha influito anche la modalita' con cui e' stata privatizzata la Telecom e la scarsita' di capitali propri dei soci privati: in soldoni, chi ha acquistato le azioni le ha pagate facendo fare debito alla societa' acquirente e questo debito (finanziamenti bancari) e' poi finito nella stessa Telecom all'esito di operazioni di fusione tra la societa' acquirente delle azioni e la Telecom stessa che non e' il caso di ripercorrere una per una, perche' quello che interessa e' che una parte dei ricavi della telecom poi TIM va a ripagare i debiti delle varie scalate ogni volta che il controllo e' passato di mano in mano.
Ma resta il fatto che, a prescindere dall'avere o meno i soldi, anche l'averceli avuti tutti non vuol dire che sarebbero poi stati investiti in FTTH perche' la cosa sarebbe stata antieconomica.
Tra tanti vi segnalo questo studio del MISE dell'anno 2013 che dal punto di vista economico ha stimato i costi di realizzazione di una rete secondaria in FTTC oppure in FTTH
https://www.mise.gov.it/images/stories/comunicazioni/Staff_CapoDipartimento/Div.I/Confronto_economico_tra_soluzioni_FTTx_ita.pdf
riportandovi le conclusioni (anno 2013)
""Il confronto economico tra le varie soluzioni FTTx analizzate evidenzia come la differenza
tra una scelta e l’altra, in termini di investimenti richiesti e tempi di rientro, sia notevole. Per la
scelta tecnologicamente ottima, anche in termini di evoluzione nel lungo termine, la FTTH/P2P, il
vincolo economico sembra rappresentare un ostacolo attualmente insormontabile e tale da non farne
prevedere uno sviluppo nel breve termine. Non è un caso che in Italia l’unico operatore che aveva
iniziato, ormai quasi 10 anni fa, uno sviluppo di tipo FTTH è stato un operatore alternativo che,
dopo un primo sviluppo limitato di fatto ad alcune zone di Roma e Milano, non ha replicato il
modello, mantenendo ormai ferma da tempo la propria customer base in fibra.
Analizzando i risultati dell’esercizio numerico fatto nel presente lavoro, non va poi
dimenticato che le condizioni ed i parametri scelti sono stati estremamente favorevoli, ed
assimilabili a quelli di una zona densamente urbanizzata; ciononostante anche in queste condizioni
la soluzione FTTH/P2P risulta estremamente costosa. L’analisi di sensitività ha messo ancor più in
rilievo il fatto che solamente alcune limitate zone ad alta redditività e presumibilmente molto
urbanizzate potranno avere una certa attrattività per un ipotetico investitore.
Non è quindi un caso che al momento la maggior parte degli operatori si stia orientando
verso soluzioni a costo minore. In particolare, a parte casi molto particolari, al momento sembra
essere la FTTC la tipologia di soluzione che si andrà maggiormente ad implementare
nell’immediato futuro. Si tratta evidentemente di un primissimo passo verso lo sviluppo di una rete
effettivamente di “nuova generazione”, mantenendo infatti questa soluzione ancora una parte
sostanziale in rame. La realtà è che al momento la domanda non è tale da giustificare bande
dell’ordine di 100Mbit/s come valore di riferimento ed una scelta del genere rappresenta una
comprensibile cautela da parte degli operatori. Ma tra qualche anno le cose potrebbero cambiare;
basti considerare che meno di 15 anni fa la quasi totalità degli accessi erano a 64kbit/s in modalità
dial-up!""
Ora, andiamo avanti all'estate 2020: c'e' stato il lockdown che ha fatto schizzare la domanda di connessioni veloci, c'e' nell'aria la possibilita' di ottenere consistenti finanziamenti europei per lo sviluppo di reti veloci e c'e' un operatore che queste reti le sta gia' facendo (Openfiber): se vuoi prendere quei fondi e fare la rete FTTH (tecnologia top perche' rappresenta lo stato dell'arte ed e' future proof, su quei cavi in fibra, cambiando gli apparati alle estremita' avrai connessione anche tra 100 anni, scusate se e' poco) hai due possibilita' come incumbent (TIM): o ti fondi con Openfiber e fai l'operatore unico (ma la scelta e' politico/governariva con difficolta' ai massimi livelli in primis in Europa per ragioni di antitrust) oppure fai una societa' che rispettando le regole antitrust ti consenta di agire senza incorrere in abuso di posizione dominante (come era successo per il mitico progetto Cassiopea dell'AD di Telecom che all'epoca era Cattaneo). Questa societa' dello scenario 2 e' Fibercop e il fondo KKR i suoi miliarducci li ha messi scommettendo sulla fattibilita' e sostenibilita' economica dell'FTTH raggiungibile grazie ai fondi pubblici e ai meccanismi di premialita' sugli investimenti di cui al PNRR.
Non e' che allora la rete unica non si fara', perche' si puo' sempre arrivare alla fusione Openfiber Fibercop, e' che pero' ci arrivi con i cantieri aperti e i lavori in corso anche lato TIM, che ha fatto una mossa davvero azzeccata (questa volta).
Quindi e' tutto avvenuto nella logica di un privato (TIM) che non puo' scegliere la miglior soluzione tecnologicamente possibile perche' come tutti i privati i soldi li puo' investire solo se poi c'e' un ritorno economico: anch'io vorrei una connessione dedicata p2p a 10GBits ma siccome il grano da investire per averla non avrebbe un ritorno economico definibile come "profitto" (in comparazione col rendimento finanziario che quei soldi investiti altrove mi potrebbero dare), allora mi devo tenere la FTTC fino a che non arrivera' la FTTH.
Ciao
Claudio