UnPallinoNelTombino Permittimi, spero che non ti offenda, ma questo atteggiamento è esattamente quello che altri utenti hanno criticato in questo thread: quando acquisti (online oppure da negozio fisico) fai - appunto - un acquisto, non una prova di un prodotto.
Prova ad andare in qualsiasi negozio fisico e chiedi che ti mettano a disposizione un monitor nuovo da disimballare per provare Resident Evil 8 prima di decidere l'acquisto e dimmi quanti ne trovi disposti a fare questa operazione.
Stai scambiano il diritto di reso a fronte di un oggetto non rispondente le specifiche con un diritto di prova.
Prova ad andare da un concessionario d'auto e chiedere che ti lascino un'auto nuova in prova per 6 mesi per controllare consumi, illuminazione degli interni, spunto in autostrada durante un sorpasso etc. e poi riportargliela indietro riavendo i tuoi soldi nel caso non ti soddisfasse.
Prova ad acquistare un immobile e 'provarlo' per un certo periodo prima di decidere se saldare o no dal notaio l'atto di compravendita.
Prova, più banalmente, ad andare in un supermercato a comprare un etto di prosciutto crudo e poi, il giorno dopo riportaglielo dicendo che dopo le prime fette lo hai trovato troppo salato...
Esistono giustamente i diritti dei consumatori, ma non possono essere scambiati - a mio parere - ad un diritto a voler fare sempre gli acquisti giusti per se' stessi: a volte si acquista qualcosa che soddisfa completamente (o addirittura supera) le proprie aspettative, altre volte no. Non può sempre e comunque essere il veditore (e qui non sto difendendo Amazon o qualsiasi altro venditore) ad accollarsi i costi provenienti da spedizione/ritiro della merce, stoccaggio e automatica svalutazione del prezzo di vendita del prodotto perché il 'ghosting dei colori neri' (cit.) da il voltastomaco al cliente.
Tantissimi anni fa ero in visita da un amico in California: un dipendente della catena (ora defunta, credo) The Good Guys si lamentò del fatto che in una città piena di studenti (Berkeley) alcuni tizi (lui puntava il dito su italiani e greci, ma non credo fossero i soli), organizzavano party a casa loro, andavano in negozio, acquistavano un impianto stereo, lo usavano per il party e il giorno dopo lo restituivano usando la facoltà di ripensamento che negli Stai Uniti è/era una cosa quasi sacra ('il cliente ha sempre ragione') con l'ovvia conseguenza che loro dovevano rimetterlo in vendita a prezzo scontato come 'Open Box', con le conseguenti perdite di fatturato.