Che con la direttiva RED, almeno in Europa, era inevitabile.
La direttiva, entrata in vigore di recente in forma estesa, impone a tutti i produttori di dispositivi con componenti radio (Wi-Fi, Bluetooth, ecc.) requisiti di cybersecurity che impediscano la modifica del firmware da parte dell’utente, a meno che questo non sia firmato e verificabile (tramite firma digitale, checksum, secure boot, ecc.).
❗ P.S.: La RED non vieta esplicitamente lo sblocco del bootloader, ma impone vincoli sull’integrità del firmware delle componenti radio. Questo viene recepito dai produttori come necessità di blocco totale a monte, per evitare che un firmware custom possa, direttamente o indirettamente, bypassare questi controlli.
Il risultato pratico è che lo sblocco del bootloader viene disincentivato o reso impossibile anche per usi legittimi. E per progetti come GrapheneOS o CalyxOS, il futuro sarà probabilmente non più solo software, ma anche hardware (ovvero con dispositivi pensati e certificati ad hoc).