Capitan-Arlo Non mi meraviglio, continui con i tuoi luoghi comuni dimenticando che sei tu SENZA CHE NESSUNO TE LO HA CHIESTO che pontifichi e ti ergi a sommo detentore delle verità assolute, screditando ironicamente e gratuitamente altre persone che hanno abitudini differenti dalle tue, ad ogni modo ti rispondo nel merito dei bit e delle tue verità (presunte)...
(già ti sei sbagliato sul famoso test in cieco o doppio cieco non sapendo proprio di cosa stai parlando!!! tu pensi che sia una gara, ma non sai che un test psicologico e tutt'altra cosa lo somministravi tu che sei fermamente convinto della tua teoria influenzando clamorosamente i dati ed invalidando la prova in modo inequivocabile, in un ambiente senza controllo con una modalità di somministrazione assolutamente casareccia!!! ) e per lui quelli sono i risultati scientifici !! hahahahahahaa ridicolo è poco!!!!
tra l'altro tutto questo OT è per merito tuo perchè non riesci ad astenerti dal parlare male delle abitudini degli audiofili! è più forte di te non ce la fai! devi per forza denigrare e stigmatizzare comportamenti che non capisci!
ecco un introduzione che può darti uno spunto in più nle cercare delle soluzioni a come apparati elettronici possono essere influenzati da una serie di fattori reali molto sottovalutati dal tecnico della porta accanto.
Discorso generale sui dispositivi elettronici termporizzazione ed integrità dei dati:
E' ingenuo pensare che “un file audio sia solo un insieme di bit (0 e 1)” poiché si trascura la differenza cruciale tra integrità dei dati digitali e qualità del segnale audio riprodotto. In un sistema digitale ideale, i bit arrivano tutti corretti (bit-perfect), ma nel mondo reale la qualità finale dipende anche da come quei bit vengono trasportati e convertiti in suono analogico. Le interferenze elettromagnetiche (EMI/RFI) raramente causano errori palesi di bit, se così fosse, avremmo glitch evidenti o trasmissioni interrotte. Piuttosto, Il rumore elettrico (EMI) e le interferenze a radiofrequenza (RFI) non “cambiano” direttamente gli 0 e 1 di un file digitale, ma influenzano l’ambiente elettrico in cui questi bit vengono trasmessi e temporizzati. I segnali digitali non viaggiano come numeri astratti: sono impulsi elettrici reali, che devono rispettare una sequenza temporale precisa (clock). Se l’ambiente elettrico è disturbato, ad esempio da alimentatori switching, chip rumorosi o spurie RF questi impulsi possono subire deformazioni nei fronti di salita/discesa o piccole variazioni nel tempo di arrivo. Questo fenomeno si chiama jitter, ovvero instabilità nella temporizzazione dei campioni audio. Anche se il dato è corretto (il bit è “0” o “1”), arrivare leggermente in anticipo o in ritardo rispetto al tempo ideale può introdurre errori nella ricostruzione del segnale analogico, generando distorsione o perdita di dettaglio. In altre parole, il rumore altera non il contenuto dei dati, ma il modo in cui il sistema li interpreta e li trasforma in suono. Queste interferenze non “cambiano gli 0 e 1” in modo casuale, ma possono sporcare il segnale che li trasporta, generando irregolarità temporali e micro-disturbi che il nostro orecchio percepisce come perdita di dettaglio, scena sonora appiattita o asprezza timbrica, più comunemente catalogato come suono digitale. (primo equivoco: non tutti i sistemi di riproduzione sono così sensibili da mostra reali cambiamenti, ecco perchè insisto sulla qualità dei componenti adottati nei singoli casi).
Un comune PC o mini-PC oppure possiamo estenderlo ad un Router che è un mini computer a tutti gli effetti non nascono pensando all’audio: al suo interno ci sono componenti (CPU, chipset, alimentatori switching) che generano elevato rumore elettrico ad alta frequenza. Ad esempio, le motherboard tradizionali usano VRM multi-fase switching per alimentare la CPU, commutando a centinaia di kHz e producendo spurie RF (il tipico coil whine) che rimangono sul piano di massa e possono contaminare le linee audio. Il rumore elettrico è il nemico invisibile dell’audio digitale: pur senza provocare errori di bit, può degradare le prestazioni del sistema. Le interferenze EMI/RFI e i disturbi di alimentazione causano micro-sfasamenti e instabilità nei segnali di clock, ovvero proprio quel jitter che peggiora la qualità sonora.
Il clock è il cuore di qualsiasi sistema digitale audio: determina quando ciascun campione viene convertito da digitale ad analogico. Un errore di fase nel clock (ossia jitter) significa che alcuni campioni arrivano in anticipo o in ritardo di pochi nanosecondi rispetto al timing ideale. Questa irregolarità temporale si traduce in distorsione del segnale audio: il jitter, pur essendo un problema di tempo, si manifesta come rumore modulato o spurie di fase nel dominio audio. Studi e test controllati mostrano che il jitter produce sidebands (effetti di modulazione in frequenza) che, se abbastanza vicine allo spettro audio, possono essere percepibili in sistemi ad alta risoluzione.
Un altro punto cruciale spesso trascurato da chi pensa in termini puramente digitali è la qualità dell’alimentazione elettrica. Componenti come DAC e clock sono estremamente sensibili al rumore di alimentazione: qualsiasi ripple, picco di commutazione o interferenza sulla linea di alimentazione può tradursi in modulazioni spurie sul segnale audio. Un’alimentazione silenziosa non solo riduce il jitter alla fonte, ma abbassa anche il rumore di fondo percepibile. In un DAC, ad esempio, un ripple di alimentazione può introdurre ronzii o toni spurii; in un circuito digitale, rumore sulla linea di alimentazione può causare fluttuazioni di threshold nei gate logici, traducendosi in incertezze temporali. Inoltre, il grounding (messa a terra) gioca un ruolo: una cattiva gestione dei ritorni di massa tra sorgente e DAC può creare loop di terra o differenziali di potenziale che iniettano disturbo. Ecco perché spesso si isolano galvanicamente le uscite, si usano cavi USB con alimentazione separata o si curano i riferimenti di terra.
Ridurre l’audio digitale a “0 e 1 che arrivano o non arrivano” è come spiegare la musica con il solfeggio: tecnicamente corretto, ma clamorosamente insufficiente. Chi liquida tutto con “il DAC è asincrono, quindi il resto non conta” dimostra di ignorare che dietro un impianto digitale c’è un mondo analogico fatto di componenti reali, influenzati da rumore, jitter e disturbi elettrici. i bit saranno anche bit (analogici), ma il modo in cui li consegniamo al DAC e come li convertiamo fa tutta la differenza del mondo e su questo, la scienza e l’esperienza convergono, al di là di ogni dubbio!
fine OT.
tornando al mio post iniziale prima che Stormqualcosa me lo inquinasse con le sue allusioni alle fanstasie audiofile, eh ma è più forte di lui non ce la fà devi scrivere male ma poi fa l'offeso se qualcuno gli risponde nel merito!!
Finalmente dicevo, ho finalmente aperto sto iliadbox e purtroppo confermo che è PD! tra l'altro ho fatto delle foto più dettagliate dell'inerno che allego qui, ho visto che la scheda di ingresso delle alimentazioni si installa poi nella vera e propria mother del router tramite un socket a 12 pin evidenziato in rosso! ora proverò a misurare la tensione su questo ingresso per avere una conferma se arrivano i 5v i 9v ed i 15volt. magari potrebbe tornare utile a qualcuno che in futuro voglia fare un upgrade.

puntoacapo no purtroppo non posso iniettare su usb type C i 15 diretti, era sufficiente fare na foto dell'alimentatore switching dato in dotazione, ho aperto la illiadbox e fatto foto ad alta risoluzione, effettivamente sì c'è tutto il controllo PD ;-) (tutta quella scheda è un controllo power delivery e filtro di ingresso) pensa quanta sporcizia iniettano sti switching!