Buongiorno a tutti,
oggi avrei dovuto ricevere il tecnico di Open Fiber per l’installazione della fibra ottica con Dimensione in area bianca (2500/1000). L’appuntamento era fissato tra le 14:30 e le 16:30. Non solo non si è presentato nessuno, ma nessuno si è nemmeno degnato di avvisare.
A dire il vero, un po’ me l’aspettavo, viste le numerose recensioni negative che avevo letto in giro. Però, nel 2025, è assurdo che una grande azienda operi ancora con una tale mancanza di rispetto per il tempo e la dignità delle persone. Possibile che, con tutta la tecnologia a disposizione, non siano nemmeno in grado di inviare un semplice messaggio automatico per avvisare di un ritardo o di un’assenza? Un SMS, una mail, una notifica sull’app, qualcosa. Non ci vuole certo un ingegnere aerospaziale per implementare un sistema di comunicazione basilare.
Capisco che Open Fiber abbia tantissime installazioni da gestire, capisco anche che possono esserci imprevisti, emergenze, problemi tecnici. Ma c’è modo e modo di gestire le criticità. E lasciare i clienti bloccati in casa per ore ad aspettare invano è una totale mancanza di professionalità. Senza contare che ognuno di noi ha una vita: lavoro, impegni, famiglia, e magari anche dei permessi presi apposta.
Ho ovviamente contattato Dimensione che hanno subito segnalato l’accaduto. Ma anche loro, poveretti, non possono fare molto.
È Open Fiber che deve assumersi le proprie responsabilità e cambiare radicalmente il modo in cui gestisce gli appuntamenti e il rapporto con i clienti.
La verità è che nel 2025 non può più esistere un servizio che considera il cliente un numero qualsiasi, sacrificabile senza preavviso. L’assenza di comunicazione non è solo una mancanza organizzativa ma è un chiaro segnale di disinteresse verso chi, in fondo, sta pagando per ricevere un servizio. E non è nemmeno questione di “volere tutto e subito” basterebbe solo rispetto e trasparenza.
Questa superficialità mina anche la fiducia in tecnologie fondamentali come la fibra ottica, che dovrebbe rappresentare il progresso e invece, gestita così, si trasforma in un’altra fonte di frustrazione. Parliamo continuamente di digitalizzazione, di futuro iperconnesso, di servizi smart… ma se poi alla base manca il rispetto umano, di cosa stiamo parlando?
Mi chiedo quanti altri clienti oggi siano rimasti come me, in attesa, delusi e arrabbiati. Quanto tempo dovrà ancora passare prima che anche in Italia si capisca che il servizio clienti è parte integrante del prodotto (al momento Dimensione è una delle poche aziende che se n'è resa conto)? Una bella connessione a 10 Gigabit non serve a nulla se per ottenerla bisogna passare attraverso un calvario.
Mi auguro sinceramente che Open Fiber e tutte le aziende che lavorano nel settore si rendano conto che il rispetto del cliente non è opzionale. È la base. E se non lo capiscono presto, saranno destinati a perdere la fiducia di tutti.
Scusate per lo sfogo.