Mursley allora, inanzitutto grazie per questa tua risposta perchè la trovo molto vivace e stimolante.
il rischio adesso per me sarebbe addentrarmi sin troppo in discorsi antropici, però una possibile replica che ti propongo, se hai la pazienza di seguirmi, è un po' questa, te la butto lì: la felicità individualista che menzioni è davvero il fine ultimo e unico? piegarsi al mercato e foraggiarlo, flettendone i muscoli che poi, irrimediabilmente - è tutto sempre più interconnesso, in senso stretto come in senso lato! - va a impattare, oltreché sul tuo godimento individualista, sul mercato stesso, che a cascata impatta su tutte e tutti.
tu dici, se mi permetti parafrasi: "uno è libero di fare quello che gli pare e piace a lui, gli altri non esistono e se esistono non contano", invece sarebbe bello ragionare in termini di intelligenza, o comunque comunità, collettiva.
ora, tu mi chiederai però di mettere a terra queste mie parole con un esempio pratico, oltre l'apparente mio supercazzolare, ed ecco: se i più abbienti sono disposti a pagare sempre, e sempre di più per servizi sempre più e più inutili, i servizi base/universali verranno mantenuti a prezzo basso, o anche solo grosso modo stabile? no, tutto tenderà ad aumentare, aumentare e aumentare, perchè il Capitale tutto ingoia e il mercato ha sempre più fame, a crescita (crede lui) illimitata, ed ecco che in un futuro magari non così distopico come si potrebbe pensare il digital divide avrà una veste nuova, uno slancio inedito, un costo, per la comunità, altissima in termini di divario e disuguaglianza della connessione e della conoscenza.
insomma: "che me ne fotte a me? io godo nell'essere schiavo di marketing e suo mercato e pagare sempre di più per velocità specchietto per le allodole sempre più fantasmagoriche, se poi ai provider non converrà neanche più stare sul settore consumer comune, e lo abbandoneranno, rendendo la connessione un nuovo bene di lusso, che me ne fotte a me?" ecco, è un ragionamento mi rendo conto molto articolato, ma magari vale la pena di non sottovalutarlo. e di non rendersi schiavi del capitalismo fino alla morte/ se no possiamo morirne.