[cancellato] Semplice: se hai azioni di un'azienda in crescita o sei un venture capitalist (o per dirla in italiano, un socio investitore), è assolutamente fattibile.
Ti trovi aziende in crescita con azioni e quote sociali in crescita anche del 5/10/15%/anno e sei "corto" per pagare l'auto nuova o la ristrutturazione della casa: il prestito ti costa 2-3%... liquidi una quota in azienda o chiedi il prestito alla banca?
Ma le aziende non crescono sempre... Trovi anche gli anni di magra con l'orso che incombe sui mercati... O magari certe aziende che insomma investi 100, nel tempo fanno le sanguisughe con gli aumenti di capitale, e poi dopo 20 anni devi pure far festa se da 8 il valore arriva a 13... Non e' tutto oro quel che sembra da fuori luccicare insomma.
E in Italia, per fortuna (per come la vedo io almeno), non c'e' tutta questa propensione all'investimento rischioso (perche' questo e') come le azioni in borsa: il grosso del risparmio privato del popolo e' liquido, al piu' tenuto in buoni del debito pubblico o in conti deposito (dove pero' si svaluta attualmente, ok). E ripeto, per come la vedo io, e' pero' proprio questa la nostra salvezza come Italia, il tanto risparmio privato... Se no saremmo gia' falliti da tempo, peggio che la Grecia.
[cancellato] Ti ho risposto in un edit di un messaggio sopra: quella è stata l'epoca che ha portato all'esplosione dei prezzi, alla svalutazione totale della moneta, ai baby pensionati che ormai sono mantenuti dai più giovani da 30 anni e più, e via discorrendo. Se per te questo è "stare bene", grazie ma io la vedo in modo completamente diverso. È sempre il solito discorso della gallina oggi o dell'uovo domani, a fare promesse e elargire soldi a tutti a debito si fa presto, ma poi la realtà ti presenta il conto, che lasci in eredità alle generazioni future.
Non sono troppo d'accordo infatti con il tuo modo di pensare, per come la vedo io non ci sarebbe stato proprio nessun "conto" da pagare o lasciare in eredita' se si fosse gestita in maniera differente la cosa. E' ovvio che se invece prendi un sistema di quel tipo e vai a "romperlo" per adeguarlo a tutti i costi in fretta e furia a ben altri standard, poi e' inevitabile che alla fine esce fuori questo bel "conto" da pagare... Ma solo perche' cosi' e' stato voluto. Poteva essere evitato, non e' stato fatto, e ormai cmq non si torna indietro.
[cancellato] baby pensionati che ormai sono mantenuti dai più giovani da 30 anni e più
Posso concordare su questo visto che 35 anni era effettivamente troppo poco per andare in pensione (cosi' come 70 anni e' troppo oggi pero'), ma il problema soprattutto e' che all'epoca il sistema era retributivo invece che contributivo, e quindi effettivamente non ci sono sempre tutti i contributi versati corrispondenti alle pensioni erogate, anche per chi era andato in pensione ad un'eta' "normale". Stesso discorso oggi per i dipendenti pubblici da quando c'e' stata la geniale idea di fondere l'INPDAP con l'INPS, facendo passare quest'ultima da profondo verde a profondo rosso in una notte, e non versando mai effettivamente i contributi per i dipendenti pubblici nelle casse dell'INPS.
Ma... vorrei fare un attimo una parentesi in generale sulle pensioni viste come "spesa pubblica". Oggi il sistema pensionistico per i lavoratori dipendenti e' contributivo: io lavoro e metto da parte tot che poi dovra' essermi restituito quando andro' in pensione. Quindi ogni volta che sento parlare delle pensioni come "spesa pubblica", e non come restituzione di quanto messo da parte dai lavoratori nel tempo, soprattutto post-Fornero con quelle eta' improbabili per andare in pensione, beh mi inalbero e pure non poco 🙂
Semmai ecco e' invece spesa pubblica, ormai pure abbastanza fuori controllo, tutto l'assistenzialismo che e' stato caricato nel tempo sulle spalle non piu' tanto infinite dell'INPS: per ultimo il reddito di cittadinanza, ma ci sono poi le pensioni sociali, le mille indennita' tra 104 e disoccupazioni, i vitalizi di chi ha comandato, le pensioni dei dipendenti pubblici con contributi solo sulla carta ma mai effettivamente versati dallo Stato, le pensioni retributive senza contributi corrispondenti, e cosi' via... Per quanto mi riguarda tutta questa spesa pubblica dovrebbe essere tenuta ben separata dal pagamento delle pensioni contributive, ossia dal mero rimborso dei contributi effettivamente versati nel tempo nelle casse dell'INPS dai lavoratori dipendenti (e dai relativi datori di lavoro ognuno per la parte di spettanza ovviamente). Anche considerando che i giovani che lavorano oggi vanno a pagarsi la loro pensione contributiva, e non altro come si sente spesso dire. Troppo comodo fare un calderone unico di pensioni contributive e assistenzialismo e poi piangere che "la spesa pubblica per le pensioni e' troppo elevata", ma anche no... 🌋