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maverick82 Un pizzico "sicuro" forse se vogliamo. Domani avremo per esempio stampanti, shellies etc esposti direttamente su internet?
Con IPv6 il firewall diventa fondamentale, e ripeto, fondamentale. Una rete IPv6 senza firewall (o disabilitato) è un grosso problema di sicurezza.
Il NAT oggi ha come effetto secondario di funzionare come "firewall dei poveri" perché non può far passare le connessioni in ingresso (a meno di non specificare espressamente dove mandare il traffico con il port forwarding), ma non è nato con intenti di sicurezza. NAT è nato per ovviare alla scarsità di indirizzi IPv4, e con IPv6 ce ne sono a iosa.
Un firewall che abbia come regola di default ti bloccare tutto il traffico in ingresso tranne quello espressamente ammesso ha lo stesso effetto, con maggiore flessibilità e sicurezza, perché il NAT ha una serie di svantaggi, in particolare con alcuni protocolli (FTP, VoIP, giochi, ecc.).
Esistono indirizzi IPv6 "privati", come quelli link-local o gli "ULA" (Unique Local Address) ma il primo ha usi specifici, gli ULA sono più simili alle classi private IPv4, ma richiederebbero un NAT IPv6 che è possibile ma caldamente sconigiilato e non supportato da molti dispositivi. Gli ULA sono ad esempio utili per reti disconnesse da internet dove si vuol usare IPv6 senza far confusione con indirizzi pubblici.
Il problema più grande degli indirizzi pubblici IPv6 è quando ti cambiano il prefisso - perché ti cambiano anche gli indirizzi delle macchine lato LAN. Quelle che usano DHCP si aggiornano automaticamente, ma tutto ciò a cui è stato assegnato un IP statico richiedono modifiche manuali. Per questo motivi gli ISP dovrebbero assegnare prefissi statici agli utenti (l'equivalente di un IP statico in IPv4), per evitare problemi di questo tipo.