MarcoBellezza Grazie della risposta.
Così su due piedi mi sento di consigliare di richiedere agli operatori di certificare non solo la copertura "nominale", ma anche quella effettivamente garantibile.
Mi spiego meglio: nel piano aree bianche un vincolo posto da Infratel è stato che la rete d'accesso garantisse una connessione ad almeno 100 Mbps, per tanto si è scelto GPON con splitting 1:16, laddove in area nera con la stessa tecnologia - ma con splitting 1:64 - si riescono a garantire solo 40 Mbps scarsi.
Le connessioni radio (chiamate in gergo punto-multipunto) funzionano bene in condizioni ideali, ma sotto carico diventano inefficienti (la letteratura è piena di studi in questa direzione).
Allo stesso modo nemmeno le tecnologie "misto rame" non sono realmente in grado di garantire le velocità nominali a causa di una miriade di fattori, fisici e non, che inficiano le prestazioni.
Dal momento che si tratta di denaro pubblico, credo che il sentimento comune sia di spendere al meglio quei soldi, dopo tutto ai tempi della SIP non fu un problema cablare l'Italia intera 🙂
EDIT (addendum):
Che poi spesso sono gli operatori stessi, in fase di sottoscrizione del contratto, a fornire stime ben diverse da quelle nominali pubblicizzate e fornite durante le consultazioni, perché usare due pesi e due misure? 😉