mkonsel La frequenza non è indice di nocività, ma la potenza e quindi l'energia che il segnale trasporta a quella frequenza.
Hemmm... no. O meglio, quello che affermi non è del tutto esatto.
Frequenza e potenza (irradiata) non sono legate tra loro, sfatiamo questo mito. Frequenze diverse hanno figure di rumore e attenuazione diverse nello spettro in ambiente, oltre a poter giocare con direttività e antenne di dimensioni più contenute al salire della frequenza stessa.
Quello che interessa ai fini della salute è la potenza irradiata (sempre paragonata tenendo conto del guadagno in antenna, ovvero W EIRP), limitata per legge, e la frequenza, perché frequenze diverse causano effetti diversi; di base, tutti i segnali hanno un effetto termico (alias, scaldano... e chi sta al sole lo sa), ma a determinate frequenze possono far risuonare alcune molecole del corpo, tra cui l'acqua che "vibra" attorno ai 2.4GHz (strano vero? Chissà perché i magnetron dei microonde sono accordati proprio sui 12.5cm... per fare un dispetto al WiFi?), oltre a penetrare e quindi avere effetto a profondità diverse del corpo. La pelle morta superficiale è un ottimo filtro naturale, ma se le onde elettromagnetiche penetrano al di sotto il corpo non ha mezzi per difendersi. Ad alte frequenze si iniziano ad avere interazioni con il DNA e RNA, fino ad arrivare a energie tali da strappare elettroni agli atomi (le cosiddette radiazioni ionizzanti).
In sintesi, 1kW/m2 a 560+/-80nm non è la stessa cosa di 1kW/m2 a 125mm... 😉
/OT