walt
io ho lavorato per una società che è fallita - perché il management si è ubriacato di successo dopo l'IPO e cominciato a fare disastri. So cosa vuol dire perdere il lavoro da un giorno all'altro - e come "parasubordinato" in PIVA non ho avuto né cassa integrazione né altro. Azionisti rimasti con carta straccia in mano. Siccome però non era una società "troppo grande per fallire" poteva finire così - e non poteva che finire così.
Ma ci sono situazioni dove non si può continuare a buttar via soldi in società che non sono più in grado di stare in piedi da sole, perché quei soldi devono essere presi da altri - se c'è di mezzo lo Stato a suon di tasse, debito pubblico (e quindi future nuove tasse...) e di tagli in altri settori. Anche le banche se si ritrovano con i "non performing loans" vogliono una contropartita - o vanno a rotoli con tutte le conseguenze del caso.
Non si può vivere alle spalle degli altri perché qualcuno è più uguale degli altri. È assolutamente necessario gestire la transizione per i dipendenti per renderla meno dolorosa possibile, ma se la società è ormai fallita è inutile fare finta di nulla - che poi in realtà è fare un favore a quegli azionisti che chissà perché pensano di non dover mai perdere i soldi e alla politica che alleva clientele. E ritrovarsi poco tempo dopo con lo stesso identico problema. I soldi del PNRR finiranno.... e una non piccola parte va restituita. Li restituisce "TIMValue"?
Ci sono società che lasciate fallire e opportunamente ristrutturate sono diventate nuovamente competitive. C'è però chi vuol giocare facile, memore del monopolio...
zdnko
Ma infatti l'idea è di prendersi la rete BUL, mica stupidi... un'altra privatizzazione dei "sacrifici degli Italiani".