La tocco piano, ma quando si parla del progetto "Rete Unica" sappiate che si parla del concetto di arrivare ad aver una "rete unica nella componente di accesso".
Che è anche ciò che è finito di volta in volta nel perimetro di ciò che AGCom ed AGCM hanno sottoposto a controllo dei prezzi e verifica delle OR e degli orientamenti al costo sulle offerte di Telecom nei vari anni.
Tutto ciò che ricade in reti di trasporto, backhauling, dorsali, ecc non è mai finito nel perimetro di alcuna regolamentazione, sicché, tra le varie tematiche della famosa "rete unica" c'è anche quella di capire cosa debba contenere.
Di certo le reti d'accesso, e poi?
solo la componente passiva (quindi fibre in rete d'accesso fino ai TTF nelle centrali)? o anche le centrali stesse come meri edifici? o anche gli apparati di accesso?
Estendendo ulteriormente il ragionamento c'è da capire se poi includerci gli eventuali strati superiori del trasporto, cosa non solo non automatica ma che storicamente, appunto, non è mai stata oggetto di regolamentazione stante il fatto che, sussistendo una discreta concorrenza ( = reti differenti, per citarne alcune Wind, Fastweb, Clouditalia, Retelit, GTT (ex Interoute), Vodafone, ecc ecc) non ci si è mai trovati nella situazione di doverle regolare.
Vi porto ad un assurdo:
uno dei ragionamenti per cui si parlava -nei confronti dei provider- dei benefici di una rete unica erano il fatto che tutti gli operatori si sarebbero trovati potenzialmente sullo stesso livello.
Tale approccio è di per se sbagliato qualora la rete unica fosse -correttamente nella sua accezione più logica- la rete unica delle componenti in rete d'accesso, ma gli operatori infrastrutturati (con proprie dorsali) beneficerebbero per definizione del vantaggio competitivo di non dover pagare trasporti a terzi (l'OpenStream al nodo remoto di OF per esempio o il Bitstream di TIM) ed avrebbero comunque più controllo sulla loro infrastruttura.
A questo punto i provider che si appoggiano interamente alla rete di trasporto di un terzo (tipicamente OF nel caso di OpenStream al nodo remoto, come molti fanno) subirebbero sempre e comunque la concorrenza -giustamente- dei cosidetti "OLO infrastrutturati" che con le proprie dorsali già bypassano qualsiasi necessità di affidarsi ad OF o TIM per le componenti di trasporto dalle centrali ai nodi di core della propria rete IP di turno.
Non potendo lo stato requisire le reti di dorsale/trasporto degli operatori privati (lo potrebbe fare semmai acquisendole a caro prezzo, non essendo regolate è su mera trattativa commerciale che chiunque porterebbe a limiti insostenibili) ne risulta che:
- con o senza rete unica (nella componente delle reti d'accesso) la disparità tra operatori infrastrutturati ed ISP che non lo sono ci sarà SEMPRE e comunque;
- il concetto stesso di rete unica andrebbe ridimensionato nella sua accezione di "rete unica in rete d'accesso";
- per effetto dei due punti precedenti l'operazione risulterebbe un mero "risparmio"sui lavori civili per le reti d'accesso e nulla di più.
Nessun romantico concetto come "rete unica" intesa come unica rete monopolistica dalla borchia d'utente ai nodi di sbarco su Internet sarebbe realizzabile, ne tantomeno nessun "tutti gli isp saranno uguali e con le stesse potenzialità, grandi e piccini" e quindi, di converso, nessuna sterilità sulle differenze tra un operatore e l'altro sarà in realtà ravvisabile anche se ci fosse la "rete unica", ma di differenze ce ne saranno sempre.
Ecco, giusto per darvi qualche ulteriore spunto di riflessione sulla tematica "rete unica" 🙂