Se un mio interlocutore è relativamente ingenuo o ignorante in una limitata, specifica materia, per di più tecnica (ed io lo sono in milioni di fatti della vita) non è un problema per me, né sarà mai per me un vanto quel 20% in più di cose che magari posso sapere rispetto ad altri.
E' però per me un ostacolo ad interloquire il fatto di non rendersene conto e giudicare in proprio di conseguenza: per il tuo problema, ti ho già dato tutte le informazioni di cui sono a conoscenza e di cui puoi necessitare, non ce ne sono altre di utili, pregnanti; tu, sulla base delle convinzioni che hai maturato, dici altro.
Ok: non c'è altro da dirci (tra noi due, avrai altri interlocutori), il convincerti che non tutte le cose lette siano ugualmente significative non è un mio interesse.
Per cui non è propriamente questione di saccenza, piuttosto di fastidio mio personale verso la percezione di una sempre più diffusa mancanza di senso critico.
Magari potevo risparmiarmi il termine "perla", si: esprimeva questo mio fastidio, chiedo venia se mi sono lasciato andare al sentimento.