simonebortolin non ho letto tutto, ma UniPi non ha mai fornito IPv6 su eduroam o sul Wi-Fi "ufficiale" in generale. Confermo pero' che quel poco di IPv6 che c'era (un progetto sperimentale degli studenti di Matematica... gia', Matematica, mica Informatica -.-) e' stato dismesso per mettere un inutile e costosissimo e inefficientissimo firewall invasivo (DPI a manetta, con buona pace della GDPR) e NATtante (e certo, con una /16 di IPv4 pure LEGACY, nel 2023 bisogna usare un singolo indirizzo IPv4 pubblico per tutti quanti, e niente IPv6, no? 🤦) davanti a tutta la rete di ateneo, in un assurdo progetto per centralizzare le regole di filtraggio, che tra l'altro si e' dimostrato un bel colabrodo in diverse occasioni... come se non ci fosse insomma (a parte per il bilancio di ateneo, per le pagine bloccate a caso [in entrambe le direzioni... 🤦], e per la latenza che ora e' una bella montagna russa 🤡).
Cmq eduroam e' un insieme di reti molto eterogenee, non necessariamente pubbliche o universitarie. In Italia per volonta' del GARR possono essere Identity Provider solo gli enti afferenti alla rete GARR, quindi per forza di cose, solo enti accademici e simili possono fornire credenziali valide sulla rete eduroam, in tutto il mondo. Ma chiunque sia interessato ad aderire puo' diventare Service Provider/Resource Provider (mettendoci access point e connettivita', ed autenticando gli utenti con le identita' accademiche della federazione mondiale).