Ciao Ziomatt, forse non mi sono spiegato bene, scusa.
Dicevo che l'overhead di costi su un PCN dove si attestano < 50 utenti per opera dell'impossibilità di attestarli direttamente ad un ONT pre-esistente in un dato paese (per cui già si pagano, condizionamento, elettricità, derivazioni ottiche, manutenzioni ecc) rispetto a dover aggiungere un nuovo POP nel PCN (ulteriore apparato dedicato, installazione, ulteriore manutenzione, costo di installazione, spazio per apparato, energia e refrigerazione) ed ordinare costose fibre di raccolta imputa dei costi che, rispetto ad una soluzione di co-locazione passiva (ovvero portare un proprio cavo all'interno del PCN che non consumerebbe energia, occuperebbe meno spazio, lasciandolo a disposizione di altri concorrenti) renderebbe di 4 volte meno costoso, per utente, l'investimento.
Insomma, duplicazione di costi, spreco di risorse, approccio ben poco green.
Anche TIM, interrogata sulla possibilità (ora si sta parlando dell'ipotesi di collaborazione sulle aree bianche prima della "fusione" con OpenFiber) ha posto, nonostante i loro volumi di clienti per area siano enormemente maggiori di TNET Servizi, la necessità della disaggregazione di rete / la necessita di attestare i clienti passivamente da PCN a Stadio di Linea. Se è sconveniente per TIM, pensa quanto lo può essere per un piccolo operatore come noi. 😐