handymenny Se non fossero modifiche unilaterali, innanzitutto i loro contenuti dovrebbero essere indicati nella proposta contrattuale (es. giorno X dell'anno Y il costo della materia energia usa l'indice Z) e il venditore non sarebbe tenuto ad informati, né tanto meno darti i 90 giorni di preavviso
Non lo è, legalmente è considerato cessazione del contratto, con rinnovo tramite tacito assenso, la modifica non è unilaterale c'è chiaramente scritto che le condizioni economiche verranno ritrattate tra 12 mesi e quel contratto è stato letto (si suppone) e firmato dal cliente, è un cavillo legale ma è valido, non è possibile per il fornitore fare proiezioni future affidabili nel mercato energetico (vedasi la guerra in atto), a cessazione dei 12 mesi (solitamente con preavviso) vengono proposte le nuove condizioni basate su proiezioni del mercato attuale, chiunque faccia il fornitore proponendo i prezzi tramite proiezioni di 2 anni nel futuro è un folle 😅 (si entrerebbe per assurdo in un circolo vizioso, al termine dei 2 anni con conseguente rinnovo cosa succederebbe?)
Riprendendo il contratto dell'utente:
youcachi
I 12 mesi sono inseriti come clausola di rinnovo, perciò non fanno parte di modifiche unilaterali del contratto, come è ben spiegato nel paragrafo c. del DL115/22
Nel caso delle cd. offerte PLACET – che consistono in offerte contrattuali le cui condizioni sono interamente stabilite dall’Autorità ad eccezione del prezzo di cui l’Autorità stabilisce solo la struttura, mentre il valore è deciso dal venditore, la regolazione prevede una specifica procedura per il rinnovo delle condizioni economiche (che deve avvenire ogni 12 mesi). iii. Tale rinnovo non rientra quindi nell’ambito di applicazione dell’art. 3 del DL 115/22.
Anche perché se il governo dovesse obbligare a mantenere le condizioni economiche di 1-2 anni fa, tutte le piccole-medie società di fornitura andrebbero in fallimento e le grosse società non se la passerebbero comunque bene.
Infatti, in Germania quello che propongono in poche parole è: pagare le bollette ai clienti tramite lo stato, non obbligare i fornitori a prezzi folli e fuori mercato, il governo che proporrà una cosa del genere manderà in crisi il settore energetico del proprio paese
I rinnovi sono regolamentati e scritti nei contratti, per ora in Italia sono valide le modifiche di contratto causa rinnovo/ termine contratto dopo 12 mesi dalla sottoscrizione
In sintesi il decreto 115/22 è stato creato perché alcuni fornitori dubbi, proponevano in questo periodo di incertezza contratti troppo vantaggiosi per il cliente per dopo 1 mese appellarsi alle modifiche unilaterali ed aumentare il prezzo del contratto appena sottoscritto, i grossi fornitori italiani da quanto ne so, non hanno utilizzato questi "giochetti"