MentalBreach Una delle caratteristiche meno conosciute del 5G è il beamforming, ovvero la capacità di indirizzare la copertura radio verso un dispositivo specifico invece di irradiare a caso la zona circostante.
Contro-intuitivamente, con il 5G l'inquinamento elettromagnetico diminuirebbe, pur aumentando la velocità di trasmissione dati.
Però c'è un ma, questo ragionamento torna perfettamente fin quando gli utilizzatori del 5G sono pochi, come è ora che sono massimo 1 o 2 utenti per settore. Se diventano 100 e sparsi in ogni dove per forza di cose verrà irradiata un po' tutta l'area coperta da quello specifico settore. Non sto dicendo che non sia un vantaggio, ma che la sua efficacia potrebbe ridursi col tempo.
Il motivo per cui oggi si riesce a fare 5G anche senza toccare questi limiti, è proprio perché per la maggior parte del tempo nessuno lo utilizza e quando è utilizzato, è utilizzato da una manciata di smartphone - ricordo che i 6V/m non sono di picco, ma una media sulle 24 ore, quindi quanto viene utilizzato può fare la differenza.
Poi come dicevo sopra c'è da considerare che il 5G utilizza più spettro, ad esempio la combo linkem+fastweb utilizza 40-60MHz di 4G TDD + 200MHz di 5G TDD (mmwave).
Sicuramente alcune feature del 5G, come risparmi energetici, dimensione del blocco di sincronizzazione fissa e non dipendente dall'ampiezza di banda, beamforming, sicuramente aiutano ad utilizzare in maniera più efficiente lo spazio elettromagnetico a disposizione, ma non fanno miracoli.
Tra l'altro anche se in Italia è poco utilizzato (lo usano solo WindTre, Linkem e forse qualche altro WISP) il beamforming esiste anche in 4G, specialmente quello TDD.