handymenny penso in Italia nessuna azienda sia costretta ad offrirti un servizio anche se secondo loro ne abusi
Ma è questo che è concettualmente sbagliato: allora in che cosa consisterebbe il cd. "rischio d'impresa"? Se tu impresa non ti sai fare i conti, vuoi esternalizzare la mancata gestione del processo sul consumatore?
Provo a fare un esempio al riguardo: avevo anni fa un abbonamento con Tre, quelli che per (non mi ricordo se 20 o 30 euro circa) ti davano allora tantissimi minuti. Regolarmente sforavo i limiti contrattuali e l'eccesso mi veniva fatturato, tanto che pagavo sempre parecchio di più (sopra i 50 di media). Tre rimodula il contratto "silenziosamente" sulla scorta delle clausole (che a fronte delle chiamate in uscita devi ricevere un tot di chiamate da altri operatori, che la direttrice delle chiamate in uscita deve essere preferenzialmente Tre stessa, ecc) avviando una campagna per cui ti telefonavano dicendo in sostanza "guarda che la prossima bolletta sarà salatissima per questi motivi, noi siamo buoni e ti facciamo pagare un bel tot in meno a chiusura del tutto, e cambi contratto (con tutte le conseguenze del caso)". Credo che anche altri operatori avevano o hanno ancora clausole simili in diversi contratti.
Ora, quelle clausole non facevano altro che - in buona sostanza - replicare in qualche misura i costi di interconnessione dell'operatore, ribaltando sull'utente finale l'obbligo di rispettarli, ed io dico: ma perché lo devo fare io cliente finale che voglio un servizio di comunicazione? Quando mi chiamavano avrei dovuto chiedere "Scusa, che operatore hai? No, non va bene, richiamami da un altro numero, che io non ti posso nemmeno richiamare su questo tuo".
Ma che è 'sta storia che vanno sempre esternalizzati i problemi del fare impresa? L'imprenditore a che serve? Tu operatore ti fai i tuoi conti e poi fai una offerta che non deve essere una copia carbone dei limiti del tuo operare, altrimenti la tua interposizione a che cosa serve? Quali capitali e lavoro organizzi?
In questo senso gli abusi vanno "limitati" a dati oggettivi, o il più possibile tali: non può essere l'azienda ad insindacabile giudizio ad affermare che quello dell'utente sia un "abuso".
Mi sta bene il fair usage, se basato su dati pubblici (tipo rilevazioni AGCOM) ed applicato su intervalli consoni (es.: i 2Mbit stabiliti da OF per dimensionare la rete di accesso, su che periodo era considerati? 1 anno? 1 mese? 1 giorno?), non che mi seghi perché questo mese ho ricevuto troppo poche chiamate, o c'ho 4 figli in DAD, o l'azienda mi ha messo in SW obbligatorio, o solo mi sono comprato la PS5 digital e scarico i giochi... "moderni".