Sempre nel frattempo, dalle colonne de Il Foglio, apprendiamo a firma di Debenedetti notizie stupefacenti. Tim sarebbe il vero deus ex machina dietro il progresso infrastrutturale del Paese
E’ stato Renzi nel 2015 a volersi erigere a risolutore di un problema, quello del ritardo nelle infrastrutture ottiche del paese, mentre il recupero delle posizioni (ndr quali?) in classifica era già iniziato nel 2012, con la decisione di Tim e di Fastweb di promuovere lo sviluppo del Fttc (fibra ai cabinati, primo passo per portarla in casa) che nella nostra rete in rame, che è tra le migliori, persino senza potenziamento con la tecnica vectoring può spesso fornire più di 100 Mbps. E la crescita è continuata per alcuni anni: e non certo per l’avvento di Open Fiber, perché i collegamenti Ftth crescono lentamente e, ancor più, è irrisorio il numero degli abbonamenti, ossia dell’utenza pagante.
A parte i riferimenti cronologici alquanto relativi, rimane da capire a quali posizioni e quali classifiche si appelli Debenedetti. Di seguito c'è il Desi 2015 che vede l'italia in una posizione, quartultima, non diversa da quella in cui ha stazionato successivamente (e anche prima)


Apprendiamo quindi che, nel mondo ideale di Debenedetti, la non evenienza di un intervento (di concorrenza) inutile come quello di OF, si sarebbe tradotta in un contesto in cui avremmo vissuto tutti felici con le nostre belle e performanti 100 mega vectoring-free che il mondo ci invidia.
Su Open FIber invece, dopo una relazione sui numeri e i ritardi senza mai toccare le corde di cause e colpevoli di parte di quei ritardi, ci dice:
Open Fiber, vinte le gare pubbliche...adesso chiede una proroga di ben tre anni, pretendendo di estendere così ad almeno sei anni una condizione di monopolio di fatto [...] Bassanini scrive che “la rete unica consentirebbe una forte accelerazione”: di Open Fiber, se acquisisce la rete Tim, senza dubbio.
Per il resto fa una disamina di vari aspetti che mirano a una visione non di rete unica ma di competizione, su cui si può concordare, definendola "un impegno in una concorrenza aperta e libera, senza inganni o frodi"
Dato che l'articolo era in forma di lettera aperta al direttore, di seguito La risposta del Direttore:
La risposta del Direttore
Premetto che sono a favore della rete unica e che tifo affinché il modello di rete unica che presto ci sarà assomigli il più possibile al modello di successo che l’Italia ha sperimentato in questi anni con le ferrovie. Detto questo capisco bene il senso del suo ragionamento ma offro un punto di riflessione ulteriore che non si può ignorare: la concorrenza tra Open Fiber e Tim, al di là di tutte le critiche del caso che si possono fare, ha fatto bene o no al mondo delle telecomunicazioni? E se non ci fosse stata questa concorrenza, che per una volta lo stato ha favorito e non ostacolato, l’Italia sarebbe arrivata all’appuntamento con la rete unica più o meno pronta di come lo è oggi? La risposta potrebbe essere sorprendente. O no? Un abbraccio.