Provo a rispondere perché, al di là di tutto, questa discussione pone dei quesiti interessanti.
Innanzitutto, come lavoro da fare sulla singola automobile non ha senso perché non converrebbe, economicamente parlando. Quindi non è possibile che un utente acquisti un kit (o porti l'auto in officina per questo upgrade) perché questa cosa richiederebbe la riprogettazione completa della parte elettronica del veicolo. Inoltre, se l'autovettura è uscita di fabbrica con un cablaggio fatto in un certo modo, significa che questo è sufficiente per farla funzionare come deve (e che quindi gli effetti di interferenze\packet loss... non danno problemi al funzionamento dei sistemi).
Su autovetture di nuova progettazione, dipende. Avere una trasmissione in fibra ottica richiede che venga comunque portata alimentazione al dispositivo (quindi qualche cavo in rame che porta alimentazione ci deve essere per forza). E poi questo deve essere dotato sia di un transceiver in grado di comunicare su fibra, che di un circuito per pilotare e gestire gli attuatori\sensori connessi. Ad esempio, se si vogliono comandare i fari posteriori con la fibra, dovresti tirare un cavo in rame per alimentarli (polo positivo, il negativo torna tramite la carcassa), il cavo in fibra per trasmettere i comandi, e avere una scheda elettronica installata sul posto che comandi le lampadine alimentandole o meno in base ai comandi che riceve.
Ne val la pena? Secondo me per un'automobile allo stato attuale dell'arte no. Chiaramente, in caso di applicazioni particolari e critiche (es. sistemi di guida autonoma che devono portare una quantità di informazione elevata e in sicurezza da un punto all'altro), potrebbe iniziare ad avere senso. Questo però al costo di attrezzarsi per lavorare con la fibra (es. dotare ogni officina di macchinette per intestarle e formare il personale).
Questo approccio viene invece utilizzato con successo in altri impianti, ad esempio in quelli ferroviari. In questo caso, si recupera alimentazione localmente (sfruttando i cavi che corrono lungo la ferrovia) e si installa un armadio che, ricevendo e trasmettendo informazioni tramite fibra ottica, è in grado di gestire apparati (segnali, scambi, sensori sui binari...) situati a notevole distanza (decine, o centinaia di chilometri) dalla sala di controllo.