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  • AWS: IPv4 a pagamento a partire da febbraio 2024

  • [cancellato]

Flukas88

AWS sta "gentilmente" spingendo in quella direzione - e la prima RFC di IPv6 è di dicembre 1995. Se anche solo AWS spinge verso IPv6 per quel traffico che è diciamo cosi "intra-aziendale" (es. fra sistemi in cloud e sistemi locali) e non quello "pubblico" - cioè verso i sistemi esterni dei clienti (dove non puoi garantire l'accesso IPv6), è già una bella spinta.

Vedo molti sistemisti graybeard affilare la katana per un seppuku rituale....

    [cancellato] se si aggiunge cloudflare in 6 mesi bye bye IPv4 xD
    Comunque i sysadmin of old o si adattano o scompaiono.... it's a brand new world!

    Era ora.

    IPv4 costa circa $1/mese e lo paghi comunque. Meglio sia un servizio a parte. Hetzner aveva fatto la stessa mossa circa un anno fa.

    [cancellato] Vedo molti sistemisti graybeard affilare la katana per un seppuku rituale....

    Pure chi c'ha la barba ancora bionda, lo fa male e solo a casa ed odia l'esadecimale con tutto il suo emisfero sinistro.

      mark129 Mah... per la mia opinione personale il problema, specialmente in Italia, più che dai sistemisti a cui sta antipatico l'esadecimale è dato dai dirigenti che non vedono la necessità di virare su IPv6 (con relativi costi) , anche se probabilmente è vero che qualche sistemista un po' "conservatore" usa questo atteggiamento attendista come scusa per sedersi comodamente all'ombra...
      Diciamo che più che resistenza per odio, io vedo soprattutto tanta resistenza per inerzia (del tipo "dato che finora il resto del mondo è stato a guardare, perchè dovrei essere io il primo a muovermi?") per cui i cambiamenti vengono fatti solo in caso di inaggirabile necessità...

        • [cancellato]

        • Modificato

        mark129 ed odia l'esadecimale con tutto il suo emisfero sinistro.

        Un'altra cosa che dovranno implementare efficacemente le CPE (e non solo) sarà un server DNS decente che registri e associ gli hostname dei dispositivi con gli IP assegnati anche dinamicamente - e questo è uno dei motivi per i quali DHCPv6 è più comodo di SLAAC, anche se c'è modo di farlo comunque - a meno di non spingere sull'uso di mDNS che però meno dispositivi supportano e non ce n'è una versione univoca e standard. Gli utenti dovranno abituarsi anche in LAN ad usare mionas (o mionas.home.local o qualcosa del genere) invece di 192.168.1.22. Poi i dispositivi devono permettere di impostare un hostname e comunicarlo via DHCP.

        Così l'esadecimale diventa abbastanza irrilevante tranne magari quando imposti un IP statico inizialmente, o sei costretto ad accedere via IP.

        dgordini è dato dai dirigenti che non vedono la necessità di virare su IPv6 (con relativi costi)

        Molti dirigenti manco sanno cos'è IPv6, e se lo chiedono ai sistemisti quelli gli dicono subito di starne alla larga che costa e non serve... 🤫

        [cancellato] AWS sta "gentilmente" spingendo in quella direzione

        Sarebbe ancora meglio se iniziassero a supportare tutte le tipologie di IPv6 per tutti i prodotti: https://docs.aws.amazon.com/vpc/latest/userguide/aws-ipv6-support.html

        dgordini Mah... per la mia opinione personale il problema, specialmente in Italia, più che dai sistemisti a cui sta antipatico l'esadecimale è dato dai dirigenti che non vedono la necessità di virare su IPv6 (con relativi costi)

        Ma infatti, la battuta sul sistemista può valore per una rete aziendale, un piccolo ISP, un piccolo studio che gestisce siti web, un piccolo hosting... Ma di certo non vale per i grandi ISP. Dove il problema è giustificare l'investimento. Fortunatamente la scarsità di IP sta pesando anche su di loro e combinata all'aumento di traffico (specialmente quello CGNAT) sta rendendo "giustificabile" l'investimento

          • [cancellato]

          • Modificato

          handymenny Ma di certo non vale per i grandi ISP.

          Io però ti parlo di grandi aziende dove l'IT è molto restio ad adottare IPv6 - non parlo di ISP, ma parlo di aziende con decine di migliaia di dipendenti, diversi siti e quindi reti di una certa dimensione. Con il rischio di farsi trovare impreparati quando dovranno inevitabilmente adottarlo.

          • Cal ha risposto a questo messaggio

            [cancellato] IPv6 è concettualmente diverso, è una cosa completamente nuova da imparare.

            Se lo usi per come viene inteso devi smetterla con NAT, per esempio, e molto spesso nel mondo IPv4 il NAT veniva usato al posto dei firewall: con IPv6 devi avere i firewall ben configurati, se non vuoi i client esposti al mondo. E questa è la parte semplice 😃

              • [cancellato]

              Cal

              Beh, non è che le reti aziendali di una certa dimensione si affidino a NAT 😀 Comunque sì, diversi paradigmi cambiano e avere una rete dual stack non è abilitare IPv6 su router, switch e dispositivi e via. Poi ci sono i dispositivi Android che supportano solo SLAAC e ti complicano ulteriormente la vita...

                [cancellato] conosco un posto dove fino a qualche tempo fa ogni client (anche il mio telefono in 802.11x) si pigliava un IPv4 pubblico dalla loro /16. Ovviamente finivano presto. Ora quegli stessi client sono nattati su una qualche subnet di 10.0.0.0/8.

                [cancellato] Ma perché Android per esempio non si muove in questo senso per supportare anche ipv6 tramite DHCPv6? E non solo SLAAC?
                Bisognerà passare tutti ad iPhone per avere le cose fatte bene? Boh

                  • [cancellato]

                  giuse56

                  IMHO perché a Google non piace il livello di controllo che DHCPv6 permette sull'assegnazione (o meno) di indirizzi ai dispositivi e relativi controlli sull'accesso alla rete. Essendo SLAAC molto più 'slack' semplifica il data hoarding ovunque e dovunque.

                  Cal hanno avuto quasi quasi 30 anni per impararlo

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