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  • Georeferenziazione e numeri civici

Buongiorno,

apro questa discussione perché noto che spesso si hanno problemi in relazione all'individuazione della copertura fibra a causa dell'incorretta mappatura, dovuta solo in parte a errori di trascrizione nei databases e problemi di normalizzazione degli indirizzi, ma, anche (soprattutto, a mio avviso), ai diversi usi in merito all'odonomastica e alla numerazione civica vigenti da comune a comune, che, a causa di fusioni e incorporazioni, possono sinanche variare all'interno dello stesso comune.

Stando alla normativa, che comunque lascia libertà ai comuni sullo schema di numerazione da adottare (schema alternato, schema a ferro di cavallo, sistema distanziometrico) e anche al sistema (sistema stradale, sistema austriaco imperiale, sistema anagrafico etc.), il numero civico di per sé dovrebbe indicare solo l'accesso – attraverso una porta, un cancello o simili – a una proprietà fondiaria dall'area di circolazione (pubblica o privata); l'attuale regolamento Istat (cfr. circolare prot. 912/2014/P) non prevede peraltro più eccezioni, anzi dice espressamente che l'assegnazione del numero civico va fatta per qualsiasi accesso ad area recintata, ivi compresi passi carraî, terreni (purché delimitati e provvisti di accesso dall'area di circolazione), fabbricati rurali abitati per brevi periodi dell'anno (ruderi e case coloniche), chiese, fienili, legnaie, stalle e perfino monumenti (se sono chiusi con un cancello, ad esempio), tutte categorie che in passato sono state esenti. Per la cronaca, neanche i chioschi tipo edicola sono esenti (anche se quasi nessun comune li enumera), mentre a mio avviso lo sono le pompe di benzina che si trovano direttamente nell'area di circolazione (che sono la maggior parte).
Le regole sono poche, chiare e semplici:

  1. ogni accesso deve avere un proprio numero;
  2. si considera numero proprio l'intera sequenza assegnata all'accesso comprensiva di eventuali esponenti;
  3. il numero iniziale di ogni sequenza dev'essere quello più vicino alla casa comunale;
  4. i sub-ingressi non vanno considerati, ma sono soggetti a numerazione secondaria, interna, di competenza del costruttore ovvero proprietario ovvero amministratore dell'immobile (il Comune tuttavia può intervenire in caso di inadempienza);
  5. laddove si adotti il sistema distanziometrico, le distanze vanno obbligatoriamente espresse in metri utilizzato il numero intero come numero civico (ad esempio non si dovrebbe scrivere «strada statale Appia, km 14+285», bensì «strada statale Appia, 14285», senza approssimazioni perché ogni ingresso deve sempre essere distinto dagli altri);
  6. i comuni dovrebbero provvedere alla numerazione subito dopo la costruzione di un edificio e comunque prima che questio sia occupato; dovrebbero altresì aggiornare la numerazione a ogni realizzazione di un nuovo ingresso;
  7. i comuni possono porre a carico dei proprietari degli stabili la spesa relativa alle piastre di materiale resistente, da loro fornite, riportanti i numeri civici;
  8. non è ammessa la sostituzione delle piastre fornite dal comune con propri materiali (mentre è ammesso che l'affissione delle stesse avvenga a cura e spese dei proprietari degli edifici);
  9. le piastre, anche se da questi rimborsate, non sono cedute ai proprietari degli immobili, ma restano di proprietà dell'ente che le ha fornite, sicché il proprietario deve avere cura di non imbrattarle, danneggiarle, oscurarle alla vista o rimuoverle (è ammessa la rimozione temporanea in caso di lavori, ma debbono essere riaffisse alla consegna; francamente non so se invece sia consentito spostarle).
    A dire la verità la normativa non contempla nemmeno una numerazione civica provvisoria, poiché in linea puramente teorica i numeri civici dovrebbero essere assegnati a richiesta dei proprietari e non mediante rilevazioni generali d'ufficio, più o meno periodiche, come invece avviene nella maggior parte di essi (che tra l'altro raramente procedono a recuperare la spesa delle targhette dai proprietari, che poi quando fai un piano di ricognizione dell'intero territorio diventa la frazione minore della spesa).

In considerazione della regola numero 2, quando troviamo scritto 23/2, 23/A, 23/A/2 o 23/2/A (vedi ultra) non dovrebbe mai significare 23 interno 2, 23 edificio (o isolato, isola etc.) 2, 23 scala A etc., ma dovrebbe essere un numero che dà sull'esterno.

Ad esempio nei comuni di Afragola e Caserta la numerazione è fatta solo di numeri. Anche gli ingressi dei negozi hanno un numero autonomo. In teoria non vengono considerati i doppi ingressi, ma ci sono delle eccezioni dovute sostanzialmente al fatto che la numerazione è stata fatta in molti casi con gli esercizi chiusi (e con la serranda abbassata spesso una vetrina viene scambiata per ingresso). Se ci sono delle lettere oppure delle ripetizioni dello stesso numero con aggiunta di numero cardinale romano scritto per esteso (bis, ter, quater etc.), si tratta di numerazione provvisoria (nuovo ingresso realizzato tra due ingressi già numerati).
Nei comuni di Firenze, Savona e Genova esiste un doppio sistema di numerazione: i numeri blu, o neri, sono riservati agli ingressi delle abitazioni, quelli rossi agli ingressi relativi ai locali commerciali. Ma, perlomeno a Firenze, ci sono svariate eccezioni (in particolare nel quartiere 5 e nelle frazioni) dovute ad altrettante motivazioni. Il competente assessore dell'attuale giunta aveva annunciato una riforma che avrebbe superato quella che era una consuetudine attestatasi tra le due guerre (e cristallizzata in un regolamento del 1938); doveva entrare in vigore il 15 settembre del 2016, ma non se n'è fatto niente. È possibile comunque per chi abbia un numero rosso (tipicamente un'attività commerciale, ma càpita anche a «bassi», cioè abitazioni direttamente su strada, magari derivanti dalla trasformazione di botteghe) chiedere la sostituzione con il numero blu/nero, solo che in questo caso, per evitare di alterare la numerazione dell'intera strada, gli si assegna il numero blu/nero più vicino con aggiunta di una lettera. Questo provoca ancora più confusione perché ad esempio in via Alderotti ti ritrovi il 26/R nero e il 26 rosso, che tipicamente viene reso «26/R». Per non parlare di quando i numeri rossi hanno pure una lettera… In Rete si legge che i numeri rossi non vengono più concessi, rectius rilasciati, dagli anni '60 del secolo scorso. Ma questo non è vero, perché ad esempio su via Enrico Forlanini (in località San Donato)
Il condominio dove abitavo io prima aveva l'ingresso pedonale al numero 20/B, un altro ingresso pedonale non numerato e il passo carrabile al numero 20/C. Il numero 20/A non era segnato e secondo me ce lo aveva il distinto e separato edificio accanto, mentre il numero 20 era un ulteriore manufatto situato prima di questo. Il mio condominio era suddiviso in due scale, scala A e scala B. Dunque il mio 20/B non significava 20 scala B, ma significava 20/B. Se volevo specificare la scala, dovevo scrivere 20/B scala B. Questa numerazione era conforme all'attuale regolamento Istat, che prevede tassativamente che i numeri civici debbano essere posti esclusivamente negli ingressi che immettono sulle aree di circolazione stradale, pubblica o privata, e non all'interno delle proprietà. E questo non per scelta dell'Istat ma perché la legge dispone che la numerazione interna delle proprietà private suddivise in più unità abitative o immobiliari sia di competenza del proprietario (ovvero dell'amministratore), anche se il Comune può avvenire in caso di inadempienza.
Purtroppo esistono casi, e non sempre risalenti a prima dell'entrata in vigore dell'attuale legge, in cui i comuni mettono la numerazione civica senza alcun riguardo per le norme imperative dello Stato (e non mi riferisco solo alla legge ma anche i regolamenti Istat, cui per normativa debbono sottostare), tanto non sono previste sanzioni né responsabilità dirette e neanche la possibilità di commissariare i comuni che fanno di testa loro. Ad esempio sempre qui a Firenze, e sempre in via Alderotti (credo che questa possa essere presa a modello perché concentra a seconda del tratto tutti i sistemi di numerazione civica in uso a Firenze), prima dell'incrocio con via Celso / via Michele Mercati c'è una palazzina bassa che accanto al portone di ingresso ha affissi diversi numeri civici (mi pare due, ma in altre parti di Firenze ne ho visti anche quattro), poi ci entri dentro e scopri che ciascuno dei numeri esposti fuori si riferisce a un distinto appartamento.
Poi è discutibile anche la scelta fatta, sempre qui a Firenze, di mettere i nomi delle strade all'interno dell'area ex Fiat. Su tale area sorge sulla sinistra il centro commerciale San Donato, i cui vari ingressi (anche interni alla proprietà privata, che non è area di circolazione agli effetti del codice della strada e dunque NON dovrebbe essere numerata: per la cronaca, la struttura è stata inaugurata nel dicembre 2011 e i numeri civici sono stati apposti successivamente) sono numerati alcuni come via di Novoli e alcuni come via Enrico Forlanini. In mezzo c'è strada pubblica e poi subito sulla destra ci sono il Parco San Donato, che è un complesso residenziale, e il polo delle scienze sociali dell'Università di Firenze. Questi due complessi sono accessibili dalla medesima via Forlanini e da viale Alessandro Guidoni ed entrambi gli accessi non sono numerati. All'interno dell'area privata, però, ci sono i nomi delle strade, sicché per l'accesso al medesimo complesso avrò via delle Pandette, 32, o piazza Ugo di Toscana, 5, che di fatto identificano punti di accesso interni. In questo modo anche ogni palazzina costituente il condominio ha l'indirizzo suo. Situazione analoga a Napoli, nel quartiere Soccavo, al parco San Paolo, uscita tangenziale Fuorigrotta: qui il complesso è accessibile dalla via comunale Cupa Cinthia (mi pare che il numero civico sia 126), però poi all'interno ci sono i nomi delle strade e i numeri civici (ad esempio via Vincenzo Tiberio, 7). Ho visto una cosa del genere anche all'Executive center di Bari, mentre il Centro direzionale di Napoli ha i nomi interni messi dal comune (largo Kagoshima, viale della Costituzione, via Pietro Calamandrei etc.). Ma l'apoteosi si raggiunge a Casalecchio di Reno, dove nel centro commerciale Meridiana i negozi sono numerati come via Ettore Cristoni e, dulcis in fundo, come piazza degli Etruschi, che non è una piazza esistente nella città di Casalecchio ma è la «piazza» centrale della galleria commerciale! I negozi dotati di ingresso esterno nel parcheggio del «parco» commerciale (ovvero dotati di parcheggio proprio) sono invece numerati come via Aldo Moro. E non solo. Ogni negozio – ogni sub-ingresso! – è dotato del proprio numero civico, anche al primo piano. A questo si aggiunga il viziaccio, tipico della zona, di aggiungere esponenti numerici ordinali (sicché se trovi scritto «4/6» non sai se intendono i numeri 4 e 6 oppure il sesto numero 4, visto che raramente viene riportato l'apice º e la numerazione romana, che comunque è vietata dalle regole Istat, non viene utilizzata. A Bologna mi è capitato di trovare il numero 23/2/B, cioè 23 secondo B, e il numero 23/B/2, cioè 23 B secondo!).

Ora, io non ho la più pallida idea di quali siano le fonti da cui attingono i gestori telefonici per fare le mappe (e secondo me ciascuno di essi non attinge da un'unica fonte); di certo non l'Istat, chiamato per legge a emanare regole di standardizzazione e normalizzazione. Però abbiamo appurato che sulle mappe spesso la numerazione interna (privata) viene arbitrariamente accorpata alla numerazione civica (pubblica).
Nei casi in cui si ha la certezza che il punto in cui ci interessa la fornitura sia coperto eppur non si riesce a stipulare il contratto perché non risulta per meri problemi di registrazione dell'indirizzo, come possiamo fare per trasmettere l'ordine al nostro gestore di elezione?

    Frank Nei casi in cui si ha la certezza che il punto in cui ci interessa la fornitura sia coperto eppur non si riesce a stipulare il contratto perché non risulta per meri problemi di registrazione dell'indirizzo, come possiamo fare per trasmettere l'ordine al nostro gestore di elezione?

    La PEC dovrebbe funzionare, non risponderanno ma dopo qualche settimana pare risolvano

    Azz, me lo potevi dire prima 😁

    Aspetta, io intendo correzioni nell'associazione tra indirizzo e "copertura". Ad esempio quando l'indirizzo risulta secondo i database collegato all'armadio sbagliato. Oppure quando è per qualche ragione associato a un ROE sbagliato.

    Queste situazioni in passato sono risultate spesso risolvibili segnalandole con tutti i dettagli possibili.

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