AlviseVitturi Personalmente se le disconnessioni continuassero oltre i 6 mesi cambierò nuovamente altri invece preferiranno rimanere, nessuno però dovrebbe dire te lo sei meritato per quello che paghi.
No aspetta, non vorrei passasse il messaggio errato... non ho affermato questo; quello che contestavo era la chiave di lettura di una norma che tutela il consumatore nella stipula di contratti a distanza ("clausola di ripensamento"), che viene sovente letta come "intanto provo, se non mi sta bene recedo, tanto sono nei 14gg quindi è gratis", cosa che va ben oltre lo scopo originario: consentire di leggere con calma le condizioni e vincoli contrattuali.
Poi, il mercato TLC è tutelato e regolamentato, esistono delle autorità che stabiliscono le soglie di accettabilità dei vari servizi, ed è aperta la possibilità di migrazione tra un operatore ed un altro ad un costo "calmierato" (cfr. 487/18/CONS), il consumatore insoddisfatto deve essere libero di cambiare fornitore per qualsivoglia motivo, su questo non ci piove.
Non deve però pretendere ciò che non gli è dovuto, e se l'operatore spende X euro per stendere l'infrastruttura, sono costi che devono poter essere rimborsati (nei limiti anche qui dei regolamenti e della ragionevolezza), e da qui nascono i cosiddetti "vincoli" dati dall'attivazione rateizzata ma scontata nel canone per farti alla fine pagare sempre la stessa cifra, per la serie "se resti con me assorbo i costi deducendoli dal margine operativo, se te ne vai per tua scelta io non ce li voglio rimettere".
La disdetta per giusta causa accertata da NeMeSys o simili non prevede i costi a carico dell'utente, proprio perché l'abbandono del fornitore è dettato da "giusta causa" (ie. servizio sotto i limiti minimi contrattuali). Se uno cambia perché il colore dell'home page del fornitore non gli piace, non vedo perché il provider debba mangiarsi 300€ di costi di attivazione per la simpatia.