Ci sono troppi fattori dietro queste dinamiche di mercato, per ridurle ad un mero confronto fra offerta e prezzo...
Considera che i grandi marchi (gli infrastrutturati Vodafone/TIM/WindTre/iliad/Fastweb e i loro secondi marchi, quindi Kena/ho./Very) hanno un bacino clienti talmente ampio che possono permettersi di offrire pacchetti vantaggiosi ai nuovi clienti, perché compensano con i vecchi che pagano più della media.
Inoltre, i pacchetti sono sempre uno specchietto per le allodole. Pochissimi consumano 100/150/200GB al mese. La voglia di avere di più porta a cercare sempre il pacchetto più ghiotto, ma l'utilizzo medio mensile in Italia sta sui 15/20GB per linea. Dando più giga non aumenti il consumo, semplicemente dai un contentino psicologico al cliente, che migliorerà la propria concezione del brand.
Inoltre, i marchi secondari adottano volutamente una strategia da fighter brand, ovvero mirata a riprendere i clienti che, altrimenti, andrebbero verso iliad e virtuali. Però, per fare ciò, non possono certamente dichiarare lo stesso livello qualitativo/tecnico del marchio principale, altrimenti svaluterebbero quest'ultimo e ne abbasserebbero la percezione nella mente dell'utente finale.
Tutta questa pappardella per dire che ognuna di quelle offerte e di quelle strategie commerciali è perfettamente soppesata. Ciascuna garantisce profitto e ciascuna è mirata ad un target diverso.
Ad esempio, per me, che valorizzo lo sviluppo della rete mobile e mi piace avere un servizio performante, pagare 15/20 euro al mese non è un problema, perché so cosa c'è dietro e sono consapevole della qualità dell'offerta. Non riuscirei mai a pensare di avere un cap a 30 Mbps perché mi darebbe fastidio psicologicamente, da "appassionato".
Altri, per i quali Internet è fatto solo di DAZN e Facebook e che chiamano "ripetitori" le BTS, saranno più che felici di risparmiare il più possibile, e questi si faranno andare bene le offerte a 30 Mbps a 6 euro.
Infine, marchi come CoopVoce o PosteMobile indicano limitazioni perché, essendo virtuali, devono negoziare con il gestore ospitante le condizioni di erogazione. Meno chiedono, meno costa il traffico, più bassi possono tenere i costi. Chi sceglie CoopVoce lo fa per la fiducia nel marchio, per la convenienza della ricarica con i punti della spesa, perché non rimodula... Non sta a guardare la velocità offerta, di certo.
Quindi no, data la natura troppo eterogenea degli investimenti per lo sviluppo di una rete mobile e data la natura troppo eterogenea della base clienti, non ci sono ladri o benefattori, solo segmenti di mercato con la relativa offerta per soddisfarli.