Il piano Italia 1 Gbps lo stiamo già realizzando. Di fatto nelle aree che erano considerate bianche dalla mappatura del 2016 è nato un contratto di concessione con Open Fiber, che sta realizzando un'infrastruttura interamente in fibra ottica, e un'architettura in grado di erogare servizi a 1 Gbps. Tutto quello che abbiamo iniziato a fare dal 2017, anno del primo cantiere, di fatto è un primo passo per l'Italia a 1 Gbps.
[...] Attualmente il numero di progetti esecutivi ha superato il giro di boa, siamo già al cinquanta [incomprensibile] percento dei comuni completamente progettati con permessi e cantierati, di questi 1700 circa sono già completati, il 27% dei comuni del piano. Complessivamente 2milioni di UI, un terzo del piano, è già vendibile, di fatto addisposizione degli utenti.
[...] In questo momento il take up non è altissimo, stiamo parlando complessivamente di 50mila ordini, su un potenziale di 2 milioni. Su questo stiamo cercando di capire cosa sta succedendo, bisognerebbe sentire tutti gli operatori che hanno firmato i contratti con Open Fiber perché non stanno promuovendo l'attivazione dei servizi in questi comuni. Probabilmente è anche una questione di massa critica e di dimensioni necessarie per avviare un piano di commercializzazione di massa come quelli a cui siamo abituati da parte dei grandi operatori.
Una cosa importante da segnalare è che 4 anni fa non c'era nulla di tutto ciò, ci sono in questo momento società di progettazione che sono dedicate all'attività di progettazione della rete in fibra ottica. Stiamo parlando di circa 700 unità che ogni giorno fanno progetti [incomprensibile]. Le imprese hanno iniziato a crescere in termini di operai e quindi di strutture operative che gestiscono i cantieri, anche se qui il passo dobbiamo ancora farlo, per accelerare e completare questo piano, entro il 2022 per la maggior parte delle regioni, 2023 nelle regioni più popolose, dove ci sono più comuni, e dove si utilizzeranno le risorse nazionali.
Abbiamo sempre detto che le risorse comunitarie saranno spese entro il 2022 e l'ultima coda riguarderà le risorse nazionali in alcune regioni che sono Lombardia, Piemonte, Veneto, dove ci sono più interventi infrastrutturali da realizzare.
Nel frattempo dobbiamo avviare una serie di iniziative per completare questo mosaico dell'Italia a 1 Gbps. Gran parte lo fanno gli operatori privati, noi sulla base della mappatura dell'anno scorso, grosso modo tra il 50 e il 55% delle unità immobiliari vengono realizzate da operatori privati. Il resto è da dividere tra le aree bianche, oggetto dell'intervento avviato nel 2017 e fortunatamente già coerente con il piano Itaia 1 Gbps, e una parte, che stimiamo attorno al 20% circa, 8 milioni di UI, che dovranno essere oggetto di infrastrutturazione pubblica.
[...] I 5 anni della consultazione servono per raccogliere [incomprendibile] di medio termine degli operatori, per evitare che un intervento pubblico si sovrapponga a un intervento privato. È prematuro definire il modello di intervento, non abbiamo ancora i dati della mappatura, non sappiamo [incomprensibile] e soprattutto non sappiamo la dispersione, cioè dove andranno a concentrarsi [?] gli interventi pubblici all'interno dei vari comuni italiani. Voi sapete che [incomprensibile], i comuni sopra i 100mila abitanti sono molto pochi. Di solito gli operatori coprono il centro urbano e lasciano le periferie, e quindi i modelli di intervento dovranno connotarsi tra i modelli previsti in modo da completare questi interventi privati cercando [...] massima sinergia e minor costo pubblico.
[...] Io credo che un progetto così ambizioso ha bisogno di tutti i modelli di intervento, sapete che esistono gli interventi diretti, interventi a concessioni, e a contributo, con cui si fornisce un contributo economico agli operatori che realizzano un intervento e rimangono proprietari dell'infrastruttura.
Credo che fare un piano del genere abbiamo bisogno di tutti gli operatori, che ognuno faccia la sua parte, sia privatamente che con contributi pubblici, e di tutti i modelli.