Ciao Matteo, intanto grazie mille per la rapidità. @matteocontrini
in parte rileggendo mi rendo conto di essermi espressa male io, ma dall'altro lato per le aree grigie mi sembra molto labile, ti riporto due punti sotto (*)
In ogni caso, ti chiederei quindi conferma in merito ad un punto: nelle aree grigie è quindi possibile decidere di investire da parte di un singolo privato, a livello infrastrutturale, per la creazione di banda larga? In poche parole: il mercato per queste aree ad oggi può definirsi "libero" nonostante i vari bandi e concessioni a Open Fiber?
Grazie veramente per la disponibilità!
(*)
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Il piano BUL prevede:
• la copertura delle aree bianche, anche dette a “fallimento di mercato”, cioè le aree dove gli operatori non hanno in previsione di portare la banda ultralarga ad almeno 30 Mbps. Questo intervento è in corso e prevede nello specifico la copertura da parte di Open Fiber di circa il 25% della popolazione italiana, in larga parte in fibra ottica FTTH (1 Gbps) e in parte in wireless FWA (100 Mbps). Il completato dei lavori in tutti i comuni coinvolti è previsto, dopo molti ritardi, tra il 2022 e il 2023;
• la copertura delle aree grigie e nere a “fallimento tecnologico”: l’intervento si concentrerà nelle aree in cui non è prevista a breve la presenza di reti ad altissima capacità. Questo intervento sarà avviato nel corso del 2021;
• la copertura di tutte le scuole in fibra ottica entro il 2023;
• l’erogazione di voucher di sostegno alla domanda di connettività, cioè buoni economici che le famiglie e le imprese possono utilizzare per passare a una connessione più veloce.
- Nelle aree nere e grigie, la copertura con intervento privato avviene da parte di un'azienda privata, che utilizza fondi propri per la realizzazione delle infrastrutture. Due esempi notevoli di intervento privato sono quelli messi in atto da TIM e Open Fiber negli ultimi anni, con miliardi di euro destinati all’evoluzione delle reti di accesso a Internet in Italia. Gli operatori privati concentrano gli investimenti nelle aree considerate remunerative.
Tuttavia, nelle aree grigie, il sostegno pubblico alla costruzione di una rete alternativa può interferire sulle dinamiche di mercato e dunque può essere giustificato soltanto laddove «possa essere chiaramente dimostrato un persistente fallimento del mercato». Nelle aree grigie, pertanto, si rendono necessarie un’analisi più particolareggiata e un’attenta valutazione della compatibilità degli aiuti di Stato_