Appare centrale il completamento dell'intervento pubblico in infrastrutture digitali VHCN, quindi in grado di erogare servizi a 1 Gbps.
Il futuro intervento pubblico si deve porre come complementare sia al piano BUL che ai piani di investimento privati comunicati nella consultazione 2020.
In tale sede gli operatori privati hanno dichiarato di coprire circa il 52% delle UI italiane in 2000 comuni, con investimenti privati stimati in oltre 8 miliardi di euro.
Il tema del perimetro dell'intervento pubblico è un tema fondamentale da affrontare anche nell'ottica del PNRR, e anche per evitare di compiere alcuni errori che sono stati compiuti in passato.
Penso sia importante nella strutturazione del piano prevedere degli strumenti agili che consentano un efficace intervento pubblico laddove gli operatori privati non dovessero rispettare le promesse e gli obiettivi di investimento che sono stati dichiarati in sede di cons.
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Nel corso del mese di febbraio aggiudicheremo il bando sul piano scuole che riguarda circa 32mila plessi scolastici. Un lavoro simile può, e a mio avviso deve essere fatto, sulle sedi della sanità, in maniera capillare, sui musei, i parchi nazionali e i siti archeologici, che rappresentano in prospettiva dei fruitori importanti di reti ad alta capacità.
Per svolgere queste attività, e guardando al piano che è stato presentato, notiamo come l'attuale previsione finanziaria contenuta nella bozza di PNRR risulta pari a 3,3 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi attinti dai fondi per lo sviluppo e la coesione disponibili.
Tale dotazione pare idonea a coprire una parte degli interventi di natura infrastrutturale, volti alla piena digitalizzazione del Paese.
Sulla base delle previsioni condotte da Infratel Italia, anche considerando l'intervento programmato dai privati, riteniamo che ulteriori interventi siano possibili, anche rispetto a quelli previsti dal PNRR, e le risorse complessivamente da destinare a queste attività debbano ammontare a circa 8,4 miliardi di euro.
Nella relazione che abbiamo depositato abbiamo inserito una serie di possibili ulteriori progettualità rispetto a quelle presentate nel piano, che consentirebbero di fare quel salto tecnologico al Gigabit che ci richiede la Commissione Europea nella strutturazione dei piani.
Come ricordato a più riprese, questa massa importante di risorse pubbliche che saranno destinate all'infrastrutturazione digitale del Paese dovranno essere necessariamente accompagnate da alcune riforme.
Sono noti a tutti le difficoltà anche e soprattutto operative che sta incontrando il piano BUL, e per limitare le difficoltà operative a fronte di un investimento pubblico che sarebbe pari a tre volte quello del piano BUL, è evidente che risultano necessarie alcune attività di sistema.
Anzitutto, è importante e sarebbe auspicabile dare concreta esecuzione delle attuali misure di semplificazione che sono in atto. Da questo punto di vista il lavoro importante anche di questa Commissione, nei diversi decreti semplificazione e nelle diverse iniziative legislative che sono state assunte, è certamente importante. A volte, molto di frequente, venendo ai casi pratici, queste misure di semplificazione non vengono attuate o non vengono completamente attuate.
È quindi necessario prevedere dei poteri sostitutivi in caso di inerzia delle amministrazioni coinvolte, e ricorrere all'istituto del silenzio con una maggiore organicità.
La seconda direttrice che ci permettiamo di suggerire a questa Commissione: sono sicuramente possibili ulteriori interventi di semplificazione, e mi riferisco in particolare a interventi mirati alla digitalizzazione delle mappe riguardanti i vincoli territoriali. La maggior parte delle mappe presenti nelle sovrintendenze sono cartacee, non digitali. Anche per le limitazioni determinate da questa emergenza pandemica, riusciamo ad accedere agli uffici delle soprintendenze anche solo per tre ore a settimana, per poter estrarre le mappe e quindi pianificare i lavori di scavi. Una completa digitalizzazione di questi uffici sarebbe fondamentale per accelerare le opere.
Ulteriori semplificazioni possono riguardare i lavori nelle aree ad interesse archeologico e in materia paesaggistica, con riferimento alle autorizzazioni monumentali che adesso riguardano indiscriminatamente una serie importante di edifici del nostro Paese. [?]
Sul piano delle semplificazioni, è molto importante rafforzare e rendere strutturali quelle che sono le collaborazioni tra i soggetti nazionali incaricati della realizzazione e coordinamento delle opere come Infratel Italia e gli attori regionali che abbiano competenze similari nei singoli abiti territoriali. Da questo punto di vista l'esperienza che stiamo conducendo con il piano scuole, laddove alcune regioni hanno optato per far realizzare il piano dalle proprie società regionali, mi sembra un'ottima modalità e un nuovo modello di collaborazione, dove le società regionali che hanno un contatto più diretto con il territorio quindi riescono anche ad ottenere più velocemente i permessi. Lavorando in sinergia con Infratel, che svolge questa attività di cornice, di raccordo, con il Ministero dello Sviluppo Economico nella gestione di queste risorse.
Da ultimo, penso che come azione più di sistema, per gestire e per consentire una realizzazione veloce di queste infrastrutture, sia importante offrire sistemi di sostegno alle imprese di rete impegnate nei territori.
L'intervento pubblico partito nel 2015 ha accelerato in maniera importante gli investimenti privati e ha consentito a un'intera filiera industriale di poter programmare il futuro. Si tratta però di un ecosistema caratterizzato ancora da una miriade di piccole imprese, spesso a conduzione familiare, che sono vincolate in maniera anche troppo stringente da regole di subappalto. L'esperienza che facciamo andando sui cantieri è che normalmente sui cantieri non troviamo il soggetto incaricato delle opere ma troviamo almeno due subappaltatori che hanno competenza, sono sul territorio, ma sono troppo piccoli per poter reggere l'impatto di queste risorse pubbliche.
Quindi, concludo, un lavoro di policy nel rafforzamento della filiale delle telco appare fondamentale per poter realizzare i piani che ci stanno prefigurando e soprattutto per realizzarli in tempi compatibili con i tempi che ci dà la Commissione Europea.