9 ore, con 3 gradi, al buio, con la pioggia e un po' di neve. 100% sconsigliato.
A parte gli scherzi, il 2 dicembre scorso ho assistito a un collaudo Infratel di un PCN, di alcune tratte primarie, e di circa 200 UI (una frazione bianca di un comune). È stato un collaudo remoto, il primo della provincia di Trento, che doveva servire anche a ridurre il numero di persone sul posto ma ha avuto l'effetto opposto (ne parliamo meglio sotto).
Ringrazio subito Infratel per l'opportunità, i due referenti di Open Fiber che erano presenti sul posto (il field manager e l'ingegnere networks & operations nordest Alberto Sperandio), che sono stati estremamente gentili e disponibili... 🙂
E ovviamente tutti gli altri presenti, tra cui altri addetti dell'azienda che ha eseguito i lavori (MediaLink), dello studio di progettazione, della provincia, e di Eagle Project, l'azienda degli smart glass. (Tante persone, ma mascherine su il 100% del tempo!)
Per prima cosa, il piano BUL nella provincia autonoma di Trento è un po' anomalo per diversi motivi:
- è finanziato per circa 1/3 (25 milioni di euro) dalla provincia stessa, per cui in alcuni comuni i collaudi vengono svolti direttamente dalla provincia con un collaudatore da lei incaricato. Questo è stato svolto da Infratel
- i PCN che siete abituati a vedere sostanzialmente non esistono, perché nella stragrande maggioranza dei casi vengono utilizzati gli spazi nei POP di Trentino Digitale (sono quasi un centinaio), così come la rete provinciale in fibra ottica che già raggiunge credo tutti i comuni o quasi
- il piano BUL in provincia è partito realmente solo a metà 2019, con gigantesco ritardo, dopo la firma della convenzione tra Infratel e provincia di Trento che ha velocizzato molte cose (ad esempio tramite le conferenze dei servizi e migliorando di alcuni processi come la trasmissione dei progetti solo in formato digitale)
Primo passo: collaudo del PCN, che si trova nel comune di Riva del Garda all'interno del POP di Trentino Digitale presso la stazione delle corriere. È sotterraneo, quindi il sistema di collaudo remoto con smartphone e "smart glass" non può essere usato (ha bisogno della rete mobile).
Entriamo e vengono fatte delle foto agli elementi d'interesse, poi inviate a Roma dove a seguire il collaudo c'è l'ing. Massimiliano Vari di Infratel.
Questa è una delle sale del POP, se notate è occupata solo per metà.
Nei rack sulla destra ci sono gli apparati della rete BUL e di Open Fiber. Questi sono i cassetti ottici dove arrivano le fibre ottiche della rete pubblica primaria:
Questo è l'OLT, Nokia 7360 ISAM FX-4.
Gli apparati DWDM Huawei di Open Fiber per il backhauling (collegamento dorsale):
Bonus: (credo) router di EOLO.
Si esce, e si inizia a verificare la tratta che dal PCN porta verso una BTS e se ho capito bene anche verso il confinante comune di Tenno. Il comune di Riva del Garda, dove si trova il PCN, non ha né avrà un progetto FTTH. Sarà coperta una frazione in FTTH tramite il progetto di Tenno, mentre l'FWA sarà realizzato tramite 3 BTS FWA.
Primo pozzetto, non molto entusiasmante:
Il collaudatore vuole vedere l'interno del pozzetto, eventuali etichette, e l'esterno. È stata verificata così quasi tutta la rete, direi probabilmente più del 90%.
L'addetto di Eagle Project, Roberto, indossava degli occhiali stile "Google Glass" collegati ad uno smartphone. Non sono autorizzato a pubblicare foto dove sono riconoscibili persone purtroppo, quindi cercate su Google 🙂
Ogni tanto in realtà gli occhiali non avevano poi tanto senso e si usava semplicemente lo smartphone, e anch'esso trasmetteva video e audio (bidirezionale) a Infratel.
Qua è sotto una delle future BTS FWA:
Ci spostiamo di un chilometro, altra BTS, qua c'è un pozzetto Trentino Digitale e quindi tutto il tratto PCN-pozzetto è powered by rete provinciale. Qua è stato aggiunto un pozzetto BUL per poi raggiungere la BTS dall'altro lato della strada.
Pozzetto Tn Digit in basso, BUL in alto:
Qua vedete l'app, che fa da alternativa agli occhiali. A sinistra vedete il tablet del field manager con il progetto esecutivo. L'azienda esecutrice si è accorta in fase di sopralluogo che sulle mappe il pozzetto Tn Digit era segnato nel punto sbagliato e quindi sono state fatte correzioni.
Il pozzetto BUL:
Una verifica sul cavo di scorta:
Un chilometro più in là c'è la "deviazione" per la terza BTS, che si trova sul Monte Brione. Qua non c'è il pozzetto Tn Digit, quindi è stato fatto uno scavo in mezzo alla strada per intercettare la fibra...
Si inizia a salire sul Monte Brione, verso la terza BTS. Questo è il primo "saggio", per verificare la profondità dei tubi che conteranno i cavi in fibra ottica, rispetto alla superficie (non ricordo più se deve essere 30 o 50 cm).
Salendo ancora, ora a piedi, c'è un traliccio gigantesco dove dovrebbe esserci anche EOLO, e da poco Iliad. Nel progetto non era previsto di cablare questa BTS, ma l'azienda esecutrice in fase di realizzazione si è accorta del non-sense e alla fine è stato messo un pozzetto davanti alla BTS.
Non c'era nessuna fibra ottica quassù, si diceva che probabilmente l'ultimo scavo che è stato fatto risale a qualche decennio fa per portare la media tensione. Si aggiunge il fatto che la stradina per salire è protetta da vincoli archeologici perché poco sotto il terreno c'è un selciato di pietra risalente alla prima guerra mondiale.
Poco più su c'è l'altro traliccio, della Rai, alto 70 metri (erano 90 fino all'anno scorso), e qui sarà installata la BTS FWA di Open Fiber.
Siamo a metà. Pausa con il paesaggio + Open Fiber 🙂
Secondo "saggio". Qua c'è un problema, non è stato possibile fare uno scavo dove c'era la minitrincea perché era in mezzo alla strada e il comune non autorizzava, per cui si è dovuto predisporre per l'indagine poco fuori dal tornante, vicino a un pozzetto.
La profondità misurata qua è di 17 cm, ma l'azienda sostiene che è perché lo scavo è stato fatto molto vicino al pozzetto, mentre in minitrincea la profondità è stata rispettata. L'azienda ha fatto presente che dispone di foto georeferenziate di quando i fender sono stati posati dove si vede la profondita misurata, e che può fornirle.
Infratel però non è convinta... Intanto andiamo avanti e ci torniamo più tardi.
La prova della spugnetta. Da un pozzetto in cima viene sparata una spugnetta dentro un tubo. Dall'altra parte si attende (minuti, per ~ 3 chilometri di tubo) che arrivi. Serve per verificare che non ci siano ostruzioni o altro. Il test viene ovviamente fatto a campione.
Qua vedete la spugnetta nella bottiglia:
Altro test: pressione. Si tappa un tubo, si inserisce aria fino a raggiungere una certa pressione e si verifica che non ci siano perdite. (C'è sicuramente una spiegazione migliore con termini più precisi, vi bastino l'idea e le foto 😅)
Liberi di usarla come sfondo del desktop:
Ci spostiamo al giunto comunale al confine tra Riva del Garda e il comune di Arco.
Qua si fa la prova di tenuta della muffola. Si immette il gas elio e si verifica che non ci siano perdite tramite un apposito rilevatore.
Prova superata!
Arriviamo alla rete FTTH, che riguarda poche unità immobiliari (circa 200), quindi un solo CNO.
Infratel osserva che l'etichetta è usurata, ma si fa presente che è la terza volta che viene sostituita. Anche il CNO è stato sostituito perché un'auto ha sbagliato manovra e l'ha distrutto. True story.
Ecco l'interno, c'è già un'utenza collegata:
In basso a destra sulla sinistra vedete il cavo in fibra ottica della tratta primaria (che va verso il giunto comunale), mentre a destra si vedono i tubi per la fibra ottica già splittata che va verso i "ROE" e quindi verso le abitazioni.
Qua vedete i connettori per la tratta primaria (uno, in basso), i connettori "parcheggio" per le fibre in uscita dagli splitter, e sopra i connettori per le fibre della rete secondaria, quindi in questo caso una per l'abitazione già connessa (un hotel).
Si passa ai ROE, verificati uno alla volta. Non particolarmente interessante... 🙂
Questa fu area bianca...
Come ho accennato in questo caso Infratel ha voluto verificare l'intera rete o quasi, compreso il numero di unità immobiliari afferenti a un ROE. Abbiamo impiegato circa un'ora per associare un numero di UI a ciascun ROE, situazione complicata dalla presenza di un centro turistico organizzato in più palazzine, alcune delle quali forse senza civico.
Qua faceva freddo, ho come l'impressione che se il collaudatore fosse stato presente il collaudo non sarebbe durato così tanto... 😜
Qua vedete un cavo in più che esce dal ROE, è l'hotel che è stato collegato. Ha un ROE quasi tutto per sé perché dal catasto risulta che l'edificio ha più di una decina (?) di unità immobiliari, nonostante sia un hotel...
Segue altro test della spugnetta e della pressione.
Ricordate i cavi a profondità 17 cm che non avevano superato la prova?
Nel frattempo l'azienda esecutrice ha realizzato un altro saggio in un altro punto, dove è più probabile che si riesca a verificare la profondità corretta.
Situazione: quattro persone che provano a spiegare a una quinta persona a Roma tramite uno smartphone che il metro è messo bene e che la profondità è corretta.
Esito: non si capisce niente, l'operazione è rimandata alla mattina successiva.
Come finisce il collaudo? Positivo con prescrizioni minori 🙂
Altre cose in ordine sparso, che potrebbero interessarvi:
- alcuni comuni anche in provincia di Trento hanno un piano cantiere molto lungo, anche di due anni, nei casi in cui ci siano molti ROE e quindi pozzetti da mettere (es. Levico Terme). La provincia ha chiesto a Infratel se fosse possibile aprire la vendibilità man mano che i CNO vengono realizzati, Infratel ha negato;
- il database di vendibilità viene costruito a mano da un umano, sul posto. Quando mancano civici coperti si tratta di problemi di associazione dei ROE agli indirizzi, e attualmente è il problema principale;
- quello che avete visto è solo l'ultima fase del collaudo: prima c'è da preparare tutta la documentazione e Open Fiber mi diceva che questo impiega anche più di 15 persone per un paio di settimane;
- la provincia di Trento sta preparando dei fondi per estendere la rete FTTH in alcune aree bianche che sono state coperte in FWA;
- la provincia di Trento ha emesso un'ordinanza che include i lavori di delivery, cioè di attivazione, tra quelli in "edilizia libera", per cui non è necessario chiedere autorizzazioni al comune per realizzare eventuali scavi tra ROE e abitazioni.
Per il momento questo è tutto quello che riesco a ricordare! Se avete domande... 🙂